di Anita Caiazzo, da “Roma”, 06-04-2013
Celle che dovrebbero ospitare sei detenuti arrivano a contenere più di dieci persone. Spazi microscopici e troppo spesso tra i letti e la cucina non c’è nessun muro che separa l’ambiente dai servizi igienici. La situazione del padiglione “Napoli” è una delle peggiori nell’inferno Poggioreale. Si arriva fino a dieci detenuti per cella, con un unico bagno nella stanza. Le docce sono esterne, e di conseguenza anche in relazione al personale di polizia penitenziaria carente, l’accesso è previsto solo due volte a settimana.
D’estate il sole è così forte che l’unico modo per attenuare il calore e la luce che invade tutto, è coprire le finestre con degli asciugamani bagnati, in una stanza in cui ogni detenuto ha meno di due metri quadrati.
A verificare la situazione del carcere Napoletano ieri mattina è arrivata una delegazione guidata dal deputato Pd Sandro Gozi e dai radicali Roberto Gaudioso e Yuri Guaiana dell’associazione radicale “Certi diritti”, la delegazione ha visitato soprattutto le ali del carcere, dove sono detenuti cittadini omosessuali e transgender ma anche tossicodipendenti, una visita organizzata nell’ambito del VI convegno dell’associazione “certi diritti” convegno che si sta tenendo a Napoli. «Il focus di questa visita – ha chiarito Guaiana – è stato quello di visitare i reparti dove sono detenuti gli omosessuali, i transgender e anche i “sex offenders”. Un dato comunque positivo è che ci sono dei reparti per omosessuali e transessuali: una cosa in Italia non sempre scontata».
Una situazione carceraria quella attuale, dove al sovraffollamento si accompagnano carenze strutturali ma anche risorse ridotte per le cure, situazione che incide ancora di più sui detenuti transessuali.«Le persone transessuali – ha detto Guaiana – necessitano di cure ormonali, ora il sistema nazionale regionale su cui si appoggia la struttura carceraria non passa la terapia ormonale, ed è un problema di costi, infatti, le persone detenute non possono lavorare e quindi non possono pagarsi le cure». Un’altra questione preoccupante nel carcere napoletano riguarda la questione igienica che riguarda tutti i detenuti: «Carta igienica e saponette – ha spiegato Guaiana – vengono distribuite solo una volta al mese per mancanza di fondi, questo vuol dire che le persone detenute devono pagare questi generi di prima necessità».
A Napoli inoltre manca un filtro d’intermediazione culturale e per i cittadini stranieri il carcere si trasforma in un buco nero. Altro problema è la carenza di educatori e psicologi: «Gli omosessuali, i detenuti che si sono dichiarati tali – ha spiegato Guaiana – non hanno un supporto psicologico, c’è solo una suora con cui parlare, non c’è quindi personale laico. Questa è una situazione su cui indagare se l’unico supporto offerto è quello religioso».
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