04-04-2013
Pubblichiamo dal profilo facebook [3] di Vittorio Zambardino il commento alla ultima performance di Marco Pannella a “La Zanzara” di Cruciani.
Placato un accesso di risate quasi fatale, penso che i 29 minuti di Pannella alla Zanzara di Cruciani e Parenzo (qui il link [4] all’audio di radio radicale) sono oltre che un evento spettacolare, anche vera azione politica. Credo che Marco Pannella abbia trovato l’unico modo di scardinare un format dell’agguato e della manipolazione che era gran tempo che venisse smantellato ( eo format delle telefonate finte, dell’inganno, delle scelte preparate prima).
Lo ha fatto partendo dai suoi furori personali, ma ha reso un servizio a tutti. Questa è rabbia politica, non Grillo. Marco va, accetta il confronto e poi alza la posta fino a una violenza quasi solo simbolica (parliamo di un ultraottantenne, quale violenza volete che abbia fatto?) che però mette a nudo la strumentalità profonda della “macchina” comunicativa. Il suo gesto equivale a Berlusconi che pulisce la sedia dove stava Travaglio, è il trionfo della straniamento, il gesto del vincitore comunicativo che non priva nessuno di giornalismo e informazione, perché di giornalismo e informazione in questi dispositivi non c’è niente ed è il gesto a dircelo, a rivelarcelo in modo traumatico. Speriamo solo che sia solo il primo caso di una serie: ce ne sono altri e ben più potenti di carri di carnevale dell’informazione da distruggere. Occhio: non si tratta di menare le mani. Si tratta di disvelare
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