di Valter Vecellio, da “Notizie Radicali”, 20-03-2013
Il 19 marzo di dieci anni fa l’allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush, nella sua veste di comandante il capo, si rivolgeva al suo segretario alla Difesa Donald Rumsfeld: “Signor ministro, per la pace nel mondo e per il bene della libertà del popolo iracheno, do l’ordine di avviare l’operazione “Irak freedom”. Dio benedica le truppe”. Era l’inizio di quella seconda guerra contro Saddam, da Bush e dalla sua amministrazione fortissimamente voluta, e che vide accodarsi Tony Blair, Silvio Berlusconi e tanti altri.

Napoli, 20 gennaio 2011. Manifestazione dell'associazione PLGN presso il consolato britannico di Napoli, per la verità sulla guerra in Iraq
Che Bush e Blair abbiano mentito ai loro popoli e al mondo per scatenare la guerra è un fatto acclarato; grave, sicuramente, ma tra le altre cose l’ambasciatore Cassini ne racconta un’altra, non meno grave: nel suo lavoro, che ho potuto leggere nella sua forma dattiloscritta, l’ambasciatore Cassini racconta che Bush ha fatto sparire, ha distrutto una quantità di documenti che avrebbero consentito di accertare la verità, distrutti interi files e cancellate migliaia di mail che avrebbero provato le manipolazioni mirate a giustificare l’invasione. Documentazione che sarebbe dovuta finire negli archivi nazionali, e dopo un certo periodo di tempo, come legge prescrive, di libero accesso e consultazione. E qui siamo nel campo dell’alto tradimento. Che Barack Obama ci abbia voluto mettere una pietra sopra è cosa non meno grave. Una grave responsabilità politica e storica che costituisce una macchia indelebile sulla sua presidenza che pure aveva suscitato molte speranze e aspettative.
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