si Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net [3], 17-03-2013
La giornata politica di ieri è stata caratterizzata dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Del profilo istituzionale e della competenza indiscussa dei due prescelti, Laura Boldrini e Pietro Grasso, ci siamo occupati al termine dell’intensa giornata che ha condotto alla loro nomina. Oggi, alla luce di quanto affermato dai neo presidenti è il caso di trarre un primo bilancio su quali possono essere le aspettative per chi, come i Radicali, auspica una stagione autenticamente nuova e riformatrice. Se non altro, la giornata appena trascorsa ha regalato una certezza: la lotta per l’amnistia e la Giustizia giusta deve continuare, potendo poggiare su basi meno friabili rispetto a due giorni fa.
Può sembrare un paradosso, dal momento che i Radicali sono fuori dal Parlamento per questa diciassettesima legislatura. Eppure, nonostante ciò, non è da escludere che possano aprirsi prospettive future per una qualche forma di provvedimento in grado di svuotare le carceri e di rendere non più rilevanti dal punto di vista penale talune condotte. In questo senso, l’ascesa agli scranni più alti delle due Camere di personaggi come Laura Boldrini e Pietro Grasso, potrebbe fungere da volano almeno per un’assunzione di responsabilità del Parlamento dinanzi alla comunità penitenziaria e al paese tutto.
Del resto, più volte da queste pagine abbiamo evidenziato come negli ultimi tre anni siano state depositate e mai esaminate, alcune proposte di legge in grado di costituire una piccola ma significativa riforma della Giustizia. La legge Compagna per l’amnistia, quella Papa sulla carcerazione preventiva e quella Bernardini sulle droghe, non solo non sono passate, ma non sono neppure state calendarizzate da Gianfranco Fini e Renato Schifani, restando mestamente a prendere polvere nei cassetti dei palazzi istituzionali. Tutto ciò, in presenza di possibili proposte di legge che vadano in direzione di quelle presentate durante la scorsa Legislatura, non dovrebbe più verificarsi e quindi le Camere dovranno necessariamente pronunciarsi e assumersi la responsabilità politica di un “sì” o un “no” dinanzi a proposte concrete su temi dimenticati.
Come le carceri che esplodono, le droghe, l’immigrazione e gli effetti carcerogeni di norme come la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi, che adesso potranno essere abrogate qualora vi siano parlamentari che vogliano farlo, proponendo una legislazione conforme a quelle in vigore in altri stati europei. Significative, in questo senso, le parole della Boldrini sulla situazione carceraria: “dobbiamo farci carico dei detenuti, che vivono in condizione disumana e degradante, come ha denunziato la Cedu di Strasburgo” e i Radicali, aggiungiamo noi. Ci troviamo in presenza, dunque, di due presidenti che non metteranno i bastoni fra le ruote sui temi connessi alla Giustizia, alle carceri – che entrambi hanno richiamato nei loro interventi post elezione – e magari ai diritti civili per la parte cospicua di cittadini che ancora non ne godono pienamente. Un ticket che potrebbe sposarsi appieno con una Chiesa che, con l’avvento di Francesco I si immagina possa essere meno pressante e in grado di “benedire” un percorso di riforme che possa dare respiro a un paese, posto per troppi anni sotto una cappa di proibizionismi e moralismi di Stato. Il riferimento è a temi come il diritto di famiglia e la ricerca scientifica, da anni appaltati alla volontà delle Gerarchie Vaticane. La ricerca, in particolare quella sulle cellule staminali embrionali – vietata dalla Legge 40 – potrebbe rappresentare un’importante occasione di sviluppo economico e della qualità della vita in genere – oltre che delle cure – per tutti i cittadini.
Ora non resta che attendere il successore di Napolitano – da questo spazio non possiamo che caldeggiare il nome di Emma Bonino, clicca qui – e capire che tipo di governo riceverà il placet del Quirinale per tentare di intraprendere un percorso di governabilità che, anche a causa della massiccia presenza “grillina” rischia di restare ciò che è da anni: un sogno irrealizzabile. La giornata di ieri, indirettamente, dà comunque una speranza in più per delle lotte di civiltà, che per troppi anni sono state classificate esclusivamente come “radicali” ma che grazie ai due nuovi presidenti delle Camere sono entrate nel dibattito politico dalla porta principale. Un primo, piccolo ma significativo risultato, che lascia ben sperare per un futuro non troppo remoto. La mobilitazione per le carceri, a questo punto, deve riprendere e una nuova marcia per l’Amnistia sulla scorta dell’ultimo 25 aprile (clicca qui) sarebbe un’idea che Marco Pannella farebbe bene a rispolverare e a riproporre con forza. Da Napoli, diverse centinaia di cittadini sarebbero già pronti a rispondere: “presente!”.
Condividi [4]