da “Corriere del Mezzogiorno”, 16-03-2013
NAPOLI – «Nel commercio non si riesce più a fare impresa. Il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggiore del 2012: nel primo bimestre, solo nel settore della distribuzione commerciale, sono spariti quasi 10.000 negozi, con un vistoso crollo (-50%) delle aperture di nuove attività. Se il trend restasse invariato, a fine anno registreremmo la scomparsa di 60.000 negozi, con le ovvie conseguenze negative su economia e occupazione nel nostro Paese».
L’ALLARME - A lanciare l’allarme è Confesercenti, che in una nota diffonde le rilevazioni sulle imprese del commercio relative al primo bimestre 2013 e le proiezioni sul primo trimestre 2013. «Nel periodo compreso tra il primo gennaio 2013 e il 28 febbraio – spiega l’associazione – nel settore hanno chiuso i battenti 13.755 aziende, mentre le aperture sono state 3.992, per un saldo negativo di 9.783 unità: praticamente, sono sparite oltre 167 imprese al giorno. Un bilancio destinato a peggiorare a conclusione del trimestre: secondo le nostre stime, i primi tre mesi del 2013 termineranno con un saldo negativo di 14.674 unità (4.000 unità in più rispetto al 2012), sintesi di 20.622 cessazioni e 5.988 nuove iscrizioni. Se la tendenza si dovesse mantenere invariata, a fine anno registreremmo la scomparsa di quasi 60.000 imprese: una vera e propria ecatombe, con 200.000 addetti in meno. Anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: secondo le nostre proiezioni, nel trimestre chiuderanno più di 9.500 tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 unità».
A ROMA E TORINO ANCHE PEGGIO - Scendendo a livello territoriale, a Roma e Torino è record di chiusure; Sud e Isole — di contro — «tengono più del Centro-Nord», dove si registrano 7.885 stop a fronte di 2.054 aperture. Il Mezzogiorno, come detto, sembra resistere un po’ di più: 5.890 cessazioni e 1.938 nuove iscrizioni. Tra i comuni capoluoghi di Provincia, invece, la maglia nera va a Roma, con 553 chiusure per un saldo negativo di 392 unità. Seguono Torino (306 cessazioni, saldo negativo di 231 unità) e Napoli, dove le attività commerciali che hanno abbassato la serranda sono state 238, più di quattro al giorno (domeniche e festivi compresi), per un saldo finale che ha visto scomparire 133 imprese. La perdita di negozi — peraltro — «svuota le città: sono ormai 500.000 gli esercizi sfitti in tutta Italia». A Napoli il dato si attesta sul 18%».
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