Lo scenario si sposta da Scampia all’area orientale. Le semplici sentinelle della faida ora si ritrovano al comando
di Antonio Scolamieri, da “Corriere.it”, 30-01-2013
NAPOLI – Sono giovani, hanno sete di potere e non hanno scrupoli a scaricare sulla vittima predestinata decine di colpi di pistola. Un nuovo far west, con un clima che tende sempre di più a peggiorare, come dopo il doppio omicidio di martedì sera. Un magma incandescente che rischia di esplodere in tutta la sua potenza. Non è facile allarmismo. Non sono solo i soliti luoghi comuni sulla criminalità cittadina. Ma sono le stesse preoccupazioni degli addetti ai lavori che seguono da anni i repentini cambiamenti della geografia criminale sul territorio napoletano.
LA GENESI – Fino a qualche settimana fa, i riflettori erano tutti puntati su Scampia e Secondigliano. Da sempre i due quartieri della periferia nord della città erano considerati il più grande super market della droga. Un giro di milioni di euro che hanno stimolato gli appetiti delle organizzazioni criminali. Due quartieri e una faida che ormai dura da nove anni. Tanto che se si digita la parola faida in un qualsiasi motore di ricerca, i risultati restituiscono pagine e pagine di risultati. In principio lo scontro era tra il clan di Paolo Di Lauro, conosciuto come Ciruzzo ‘o milionario e gli scissionisti, nati da una costola degli stessi Di Lauro e capeggiati da Raffaele Amato. Uno scontro duro e sanguinoso per il controllo del fiorente mercato della droga che costò la vita a decine e decine di persone. Poi arrivarono gli arresti eccellenti e quelli che erano un tempo gregari fecero una carriera fulminante. Salendo in fretta ai vertici delle organizzazioni in lotta.

CAMBIO GENERAZIONALE – E quelli che durante la prima fase della “guerra” erano sentinelle, spacciatori e fiancheggiatori, oggi si ritrovano ad avere i galloni di comandanti. Sono giovani: la media dell’età non supera mai i 25 anni e sono spietati. Basta solo ricordare uno di quei cinque baby boss, le cui fotografie sono balzate agli onori delle cronache per essere i protagonisti della nuova faida di Scampia. Stiamo parlando di Antonio Mennetta, 25 anni, alle spalle già una carriera criminale degna di un boss. Dalle carte giudiziarie emerge il profilo di una persona spietata a capo dei suoi “miliziani”, i cosidetti girati della Vanella Grassi. Una guerra polverizzata che vede in campo nuove compagini. Gli avversari dei girati – alleati con le famiglie Magnetti, Petriccione e Leonardi – sono le famiglie Abete, Abbinante, Notturno e Aprea. Mennetta, il cui nome di battaglia è “el nino” conquista in pochissimo tempo un potere forte e lo sfrutta per conquistarne altro, a suon di morti. Tanti, troppi. E di mezzo ci finiscono anche gli innocenti. Il 15 ottobre dello scorso anno un operaio di 30 anni, Lino Romano, viene scambiato da un commando di killer per un avversario, e crivellato di colpi.
I TRAFFICI SI SPOSTANO ALTROVE – Chiuse le piazze di spaccio di Secondigliano e Scampia, il traffico di droga si trasferisce altrove: nei comuni a ridosso dell’area Nord e soprattutto nella periferia orientale. Ponticelli, San Giovanni e Barra sono diventati l’epicentro dello scontro. Dall’inizio dell’anno a ieri sera, quattro morti. Un unico filo rosso li lega: il controllo dello smercio di droga. Un business che sul piatto che vale centinaia di migliaia di euro al mese. E che vede ancora una volta i giovani protagonisti. Spietati e senza scrupoli.
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