di Chiara Graziani, da www.ilmattino.it [3], 13-01-2013
Una bravata, una perfidia, un accanimento. Forse, presto, anche un omicidio. Quest’uomo – come riferisce l’associazione Corpo di Napoli con Gabriele Casillo – infatti non si alza più. Non può cercarsi il cibo. Appartarsi per fare i bisogni. Delira e si percuote. A volte è in grado di accettare la carità, a volte non è neppure in condizione di capire chi vorrebbe aiutarlo ed inveisce: forse è abituato a temere chi si avvicina al suo angolo.
Casillo racconta delle suore di madre Teresa che riescono, a volte, a convincerlo ad accettare qualche cosa. «Vorremmo aiutarlo – ma non si capisce chi debba farlo». Qualcuno ha chiamato il 118, ma lui – gridando in francese – si è rifiutato di salire in ambulanza. E’ rimasto in quell’angolo, come una nave spiaggiata, a naufragare sotto gli occhi dei passanti.
Ha l’odore della cattiveria di chi gli ha sottratto l’unico bene, la sedia a rotelle. Chi lo ha visto ancora padrone, almeno, di muoversi, dice che ha un piede malato. Ora si vocifera che abbia una cancrena, e l’odore lo farebbe pensare. Ma il destino di quest’uomo sembra confinato sotto quella coperta. Possibile che non possa essere raggiunto da nessuno?
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