Aversa (Caserta) – 8 gen. – (Adnkronos)
Nessun nesso causale accertato tra l’esposizione a siti di smaltimento di rifiuti e specifiche patologie, anche se potenziali implicazioni sulla salute “non possono essere escluse”. E’ quanto affermato nella relazione finale del gruppo di lavoro insediato dal ministero della Salute sulla situazione epidemiologica della regione Campania e, in particolare, delle province di Caserta e Napoli (citta’ esclusa) con riferimento all’incidenza della mortalita’ per malattie oncologiche.
Per il fatto che l’esposizione della popolazione ai rifiuti e’ in generale “di tipo indiretto”, si legge nella relazione, “e’ estremamente complesso valutare il ruolo che i rifiuti svolgono nel carico complessivo di inquinanti che puo’ arrivare all’uomo. In alcuni casi, quindi, sarebbe molto utile ricorrere anche a studi di biomonitoraggio umano, in particolar modo quando si ha il sospetto di una esposizione al rischio”. “Non si puo’ ignorare – conclude il rapporto – l’alta percezione del rischio che la popolazione residente presso siti di smaltimento rifiuti avverte e quindi una risposta di sanita’ pubblica proporzionata al contesto e’ opportuna”.
La popolazione della Campania ha un’attesa di vita alla nascita inferiore di due anni rispetto alla regione Marche, che ha l’attesa di vita piu’ elevata in Italia. Nelle province di Caserta e Napoli si osservano inoltre “i tassi piu’ alti per molte sedi tumorali”. E’ quanto contenuto nella relazione finale de gruppo di lavoro insediato da Ministero della Salute sui tumori in Campania. I tassi di mortalita’ in Campania, anche per cause specifiche, sono comunque “in diminuzione”.
Le malattie del sistema circolatorio rappresentano la quota maggiore di mortalita’ (40% circa), e risultano inoltre elevati tassi di mortalita’ per malattie dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente e per diabete mellito. Nell’ultimo caso la mortalita’ tra le donne e’ doppia rispetto al dato nazionale. Per quanto riguarda i tumori maligni, la mortalita’ in Campania tra gli uomini e’ superiore ai valori dell’intera Italia per il contributo delle province di Caserta e di Napoli. Eccessi riconducibili, si legge nella relazione, “a fattori di rischio noti e maggiormente presenti nell’area considerata (prevalenza di infezioni da virus per l’epatite C e B, prevalenza di fumatori”.
Permangono negli andamenti della sopravvivenza per tumore a cinque anni differenze geografiche con sopravvivenze piu’ elevate nelle aree dedl Centro-Nord rispetto al Sud. La sopravvivenza nel Meridione e’ infatti inferiore di circa 3 punti percentuali rispetto alla media dei registri (57 contro 60% nelle donne, 49 contro 52% negli uomini).
“I dati di sopravvivenza per i tumori per i quali la precocita’ della diagnosi e’ predittiva di esito – si legge – trovano riscontro con scarsa adesione ai programmi di screening, che per la regione Campania e’ molto lontana dal dato medio nazionale e dalla copertura dsiderabile. Pesano notevolmente anche le difficolta’ di accesso alle strutture sanitarie di diagnosi e cura da parte delle fasce di popolazioni piu’ deboli e a rischio e l’enorme frazionamento dei percorsi sanitari (migrazione, notevole presenza di strutture sanitarie private convenzionate) in assenza di uno standard di qualita’ di rifermento sia di tipo diagnostico che terapeutico”.
Il rapporto sottolinea la frequenza di stili di vita e fattori di rischio come sedentarieta’ e fumo, oltre al problema dell’obesita’ infantile: in Campania “il 28% dei bambini e’ in sovrappeso e il 21% e’ in condizione di obesita’”.
Condividi [3]