Napoli 08-01-2013
Oggi la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha nuovamente condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante di 7 detenuti del carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. Come riportato dalle agenzie e dai giornali infatti, l’Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati, spesso senza acqua calda e in alcuni casi privi di illuminazione, con servizi igienici e di riscaldamento insufficienti.
Pubblichiamo dal profilo facebook il commento di Roberto Saviano e dal sito del Partito Radicale la risposta di Marco Pannella allo scrittore napoletano.
Roberto Saviano: “La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo condanna il nostro Paese – non è la prima volta e non sarà l’ultima – per trattamento inumano e degradante per le condizioni delle nostre carceri. Di diritti umani in Italia si parla pochissimo e solo in campagna elettorale. Poi tutto sepolto, tutto dimenticato. È inutile ora replicare a questa notizia con le solite livorose banalità sul fatto che le carceri non sono alberghi a 5 stelle, che chi ha sbagliato deve pagare… Chi ha sbagliato paga con la reclusione, non con la costante e quotidiana mortificazione. Il carcere nei paesi civili è riabilitazione.”
Marco Pannella: “Carissimo (davvero!) Roberto Saviano,
Dunque, trascrivo la tua odierna “informazione”: «Di diritti umani in Italia si parla pochissimo e solo in campagna elettorale. Poi tutto sepolto, tutto dimenticato».
Non credi, caro Roberto, che PROPRIO tu non cadi clamorosamente e quasi regolarmente in una forma di “concorso esterno” alla mafiosità criminale del nostro Stato e dei suoi massimi responsabili? Temo molto, carissimo Roberto, che tu viva e ti manifesti ingoiato nell’abisso pascaliano della criminalità tradizionale, portato e conseguenza, invece, della criminalità statuale, ormai formalissimamente indiscutibile e profondamente radicata nella coscienza popolare e culturale del nostro Paese.
“Tranne i Radicali”, questa volta nemmeno lo ripeti, anzi, lo cancelli. Lasciami ad essere come da sempre “eccessivo”. Anche da te non viene un potente e, anche se ben più elegante di quello ufficiale, sostegno alla realtà storica fra poco ormai centenaria alle varie negazioni del Diritto, della Legge, della anti-giacobina democrazia liberale, transnazionale, transpartitica che connota, a mio avviso, la drammaticamente contraddittoria evoluzione antropologica della cultura, cioè dell’intelligenza della nostra specie in questo suo presente.
Mi permetto, carissimo Roberto, di inviarti un forte, intenso, fiducioso abbraccio.
Tuo Marco.”
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