da “Gli Altri”, 04/01/13
Ci piacerebbe Emma Bonino presidente della repubblica nel 2013? Nel 1999 gli italiani ad un sondaggio Swg le hanno dato il 31% delle loro preferenze, Ciampi ne prese molte di meno. Ma quando Giuliano Amato provò a candidarla davvero nel 2004, il mondo politico si fece una gran risata tanto che Amato fu quasi costretto a giustificarsi dicendo: «Bè, non ho mica proposto uno scarafaggio». Oggi lei dice che anche allora il Paese era pronto a una presidente donna. Era la politica a non essere pronta. E probabilmente non lo è ancora.
In verità Emma, 64 anni, vicepresidente del Senato e una carriera politica di tutto rispetto alle spalle, avrebbe ogni motivo per proporre la sua candidatura. E di una solidità istituzionale a prova di bomba, anzi, quella per le istituzioni nel suo caso è una autentica vocazione e di fatto è stata l’unica radicale con incarichi esecutivi sia in Europa che nel governo italiano. E non è detto che non ci stia pensando. Sono molti quelli che nell’ultimo periodo hanno notato come la Bonino stia, pian pianino, prendendo le distanze da Pannella, il “matto”, l’“agitato” alter ego radicale maschile. Sembra si sia opposta con decisione alla raccolta firme per la lista Bonino Pannella e per quanto non molli personalmente un millimetro sulle sue battaglie storiche da radicale, ha assunto un aplomb meno barricadero. È perfino, negli ultimi anni, diventata elegante: «Mi piace Armani, ma non me lo posso permettere, sceglie per me i vestiti una mia amica, Cristina, e non sbaglia mai».
Dunque, ci piacerebbe Emma for President? Beh, la tentazione di dire sì è fortissima. Perché è una donna fortissima. Intellettualmente onesta come poche persone al mondo. Diretta, sincera in modo quasi imbarazzante. Certo ci piacerebbe più di Mario Monti, di cui è amica e con cui divide la visione liberista dell’economia e dello Stato. Se non altro la domenica Emma non va a messa… Se non altro sui diritti non ha mai perso colpi: realistica (è per i Pacs, ma trovava i Dico una buona mediazione), adamantina («per fumare uno spinello bisogna andare all’estero, per sposarsi tra omosessuali anche e perfino per la procreazione assistita… è permesso almeno respirare in questo Paese?»), decisa (si è imposta lei al Pd che traccheggiava per le scorse regionali, perse poi contro la Polverini di cui diceva: «Mi piace Renata, faremo una campagna elettorale corretta»), pragmatica. Nell’ultimo governo Prodi voleva il ministero della difesa. Le dicevano: «Emma, vuoi la difesa, ma se non hai nemmeno il fisico…». Pensavano che, puntasse al ministero degli Esteri. «È quello che preferirei – dice in un’intervista – e che probabilmente meglio saprei gestire data la mia esperienza. Ma per ottenere gli Esteri bisogna mettere sul tavolo un pacchetto di voti, un peso politico che io non ho». Poi tratta con Veltroni la presenza radicale nelle liste Pd. Ha calcolalo se e quanto le costerà, politicamente, l’accordo con il Partito democratico? Risponde: «Credo che costerà molto più a Veltroni, che a me. Io sono, e resto, radicale».
Emma for president ci piacerebbe anche perché parla l’arabo, imparato al Cairo dove ha vissuto quattro anni. Ha curato per Radio Radicale la rassegna della stampa araba, iniziativa unica nel panorama dell’informazione italiana. Ed è uno dei più autorevoli esperti e commentatori dei problemi dell’area. Perché da vera femminista non pensa che le donne siano meglio degli uomini e non rifiuta l’emotività in politica, anzi, pensa sia un pregio. Perché di una storia d’amore finita (quella con Cicciomessere) racconta il dolore subito in modo diretto, quasi tagliente. E perché ammette tranquillamente, nonostante un tentativo di inseminazione artificiale, di non aver mai desiderato davvero la maternità. In una intervista, alla domanda: quanto è disposta a giocarsi in politica? Risponde: «Mi sono giocata la salute, sette denti (persi dopo uno sciopero della sete) e 32 anni di vita». Perché Emma Bonino è lì da sempre sul fronte delle battaglie radicali: dal divorzio e l’aborto alla liberalizzazione delle droghe leggere, le carceri, contro la tortura…
Dunque ammettiamolo. Sì, ci piacerebbe molto Emma Bonino presidente della Repubblica.
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