da “notizie Radicali”, 02-01-2013
Quella che segue è la trascrizione della settimanale intervista del segretario di Radicali italiani Mario Staderini a “Radio Radicale”. Tra gli argomenti trattati: la mancanza di democrazia e legalità nel procedimento elettorale delle prossime elezioni, i ricorsi presentati dai radicali alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo, il nodo dell’informazione. Trascrizione a cura di Valeria Rasi.
Partiamo da ieri. In conferenza stampa alla Camera si è parlato dell’assoluta mancanza di democraticità e di diritto del Paese nel campo dell’informazione che Marco Pannella e i Radicali denunciano da tempo…
Abbiamo fotografato una situazione: anche le prossime elezioni saranno una farsa. Nel nostro Paese al momento nessuno sta raccogliendo firme secondo legge. Presentarsi alle elezioni è un’impresa titanica se lo si vuole fare rispettando le regole. Si combatte contro il tempo e contro i numeri e contemporaneamente si cercano gli autenticatori che lo Stato non mette a disposizione. Oggi (28 dicembre 2012 nr), a 57 giorni dal voto, finalmente sapremo quali sono le condizioni per partecipare alle elezioni. Secondo il decreto legge emanato dal governo, a mio avviso, noi Radicali dovremmo essere esonerati dalla raccolta firme. In realtà non è così: da parte dei partiti già esonerati ci sono stati dei tentativi per fare in modo che i Radicali non partecipino alle elezioni. Anche per questo motivo cerchiamo di scatenare le responsabilità degli organismi internazionali. Ieri abbiamo inviato una richiesta di intervento urgente al Segretario generale del Consiglio d’Europa in virtù delle violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In base all’articolo 52 di questa Convenzione, infatti, il Segretario generale può intervenire attraverso un’immediata e veloce indagine per accertare la violazione del principio delle libere elezioni. Sono poteri molto importanti, ma molto poco usati. Vogliamo fare in modo che gli organismi internazionali si trovino di fronte alle proprie responsabilità, cosa che vale anche per l’Osce, perché continuano ad intervenire a posteriori per dirci cosa non è andato. Dovessero continuare così, sarebbe bene che chiudessero!
In passato Berlusconi e i suoi invadevano le televisioni in determinati momenti. Il Pd teneva sulle trasmissioni di approfondimento, Rai Tre e La7, mentre a Berlusconi rimanevano tutti i telegiornali e le trasmissioni di pubblico popolare. Adesso lo schema è leggermente cambiato: c’è chi accusa Berlusconi di avere invaso la televisione, chi accusa il Pd di aver avuto uno spazio enorme nel periodo delle primarie, chi accusa alcune testate di un atteggiamento prono nei confronti di Monti. La mia sensazione è che siamo in una nuova condizione di baratto: le tre parti in gioco si stanno spartendo tutti gli spazi disponibili dell’informazione italiana. E in un contesto in cui le regole non hanno nessun valore, come accade da anni nel mondo dell’informazione italiano, è evidente che prevarrà esclusivamente la legge del più forte e che, dato che nessuna è tanto forte da sottomettere le altre, queste faranno cartello tra loro facendo finta di litigare. Per questo ci siamo mossi con un ricorso giurisdizionale alla Corte europea dei diritti dell’uomo che si riferisse alle tribune politiche. Non è possibile pensare che il prossimo parlamento sarà rinnovato dopo che per l’intera legislatura non è stato possibile garantire ai cittadini lo strumento principe per essere informati di ciò che accade tra le forze politiche: le tribune elettorali.
Perché le tribune politiche sono così importanti?
Posso rinviare per questo all’intervento del professor Mario Morcellini, uno dei massimi esperti di comunicazione che ha spiegato in maniera magistrale il concetto. Nel nostro Paese, c’è l’obbligo da parte della Rai di mandare in onda le tribune elettorali e di farlo secondo le indicazioni della commissione di vigilanza. Dopo che per 20 anni le tribune politiche erano state nascoste nel palinsesto, in orari improbabili, con format tristi e conduzioni da quattro soldi, si è assistito a un drastico calo di ascolti, passati dai 16-17 milioni di spettatori negli anni Settanta, al milione e mezzo degli ultimi anni. Nelle tribune elettorali c’è un confronto tra forze politiche in equal time, cioè con parità d’accesso, e su temi specifici. Si aggiunga che gli atti della commissione di vigilanza non sono impugnabili davanti a un giudice.
Più si avvicinano le elezioni e più aumenta l’incertezza degli italiani sul voto e la televisione dovrebbe essere un elemento risolutore di questa incertezza. Per il professor Morcellini, l’Italia è l’unico Paese al mondo che sta facendo dei passi indietro: ai talk show saranno demandate le facoltà di scegliere i protagonisti e costruire il quadro che lo spettatore deve guardare.
I due ricorsi presentati alla CEDU riguardano 1) il ricorso radicale, firmato da me e da Pannella, che ha lo scopo preciso di rivendicare il danno che il soggetto politico, il partito, ha avuto nel non potersi rivolgere agli italiani; 2) il ricorso di una ventina di cittadini per una lesione dei propri diritti di elettori e chiedono la condanna per lo Stato italiano. Vogliamo che la Corte europea ordini all’Italia di superare la non impugnabilità degli atti della vigilanza e chiediamo che ci sia una riparazione per gli italiani che per cinque anni non hanno potuto godere di questi diritti. Tra queste venti persone ci sono il Prof. Mario Morcellini, il Prof. Fulco Lanchester, il Prof. Romano Scozzafava, il Prof. Ceradini, c’è Mario Riccio, ci sono Maria Gigliola Toniollo, Paolo Izzo e molti altri…
L’iniziativa non violenta di Marco Pannella è stata sospesa ma riprenderà presto. Possiamo fare qualche nome di persone candidate nella lista amnistia [3], Giustizia e Libertà?
Sul nostro sito internet è stata creata una pagina con i nomi delle personalità che hanno dato la loro disponibilità a candidarsi. Ci sono Don Gallo, Don Mazzi, Catherine Spaak, Alessandro Haber, Giorgio Forattini, personalità del mondo cattolico e del mondo penitenziario.
I parlamentari si preoccupano di rivendicare lo spazio migliore per sé per quanto riguarda l’informazione; gli extraparlamentari, il M5S e Fermare il declino, non garantiscono il diritto a tutti come regola principale anche per la politica. Noi Radicali ci battiamo perché le regole e i principi della democrazia siano la maggiore assicurazione per garantire gli ultimi e i deboli. La democrazia costituisce la garanzia massima per il cittadino. La lista amnistia [3], Giustizia e Libertà nasce proprio con questo scopo perché crediamo che non ci sia strumento che nella storia ha garantito sviluppo e crescita economica più della democrazia. Sappiamo che sarà difficile essere presenti alle prossime elezioni, ma dobbiamo provare a farcela, anche in soli dieci giorni.
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