Dietro la recrudescenza criminale che pare non arrestarsi, nonostante la morsa stretta dalle forze dell’ordine intorno ai quartieri della periferia nord di Napoli, emerge pure il crollo degli «affari sporchi» della camorra. E, in particolare, dello spaccio di stupefacenti. Siamo – stando ai dati delle forze dell’ordine – intorno al settanta per cento di perdite.
Scampia non è più il supermarket della droga, a livello nazionale. Sembra essere passato un secolo da quando qui convergevano tossicodipendenti e piccoli spacciatori provenienti da ogni parte d’Italia per fare i loro rifornimenti. Invece sono trascorsi solo sei mesi.Sei mesi di fuoco, contrassegnati da numeri che mettono i brividi: circa venti morti ammazzati, comprendendo in questo elenco anche l’assassinio del povero Pasquale Romano, trucidato il 15 ottobre al corso Marianella perché scambiato per il reale obiettivo dei sicari spediti dal clan degli scissionisti.
Ma ogni guerra ha i suoi costi. E – al di là della tragedia che ormai si conta in numeri di vite umane strappate a colpi di agguati – quello più caro da pagare per la camorra è quello in termini economici.
I conti del «disavanzo» derivante alle casse della camorra per la mancata vendita di cocaina, marijuana, kobrett ed altro è presto fatto.
Si pensi che fino a prima dell’inizio della nuova faida era di dieci milioni di euro al mese per ciascuna «piazza» di spaccio attiva. Cifre astronomiche, che per una sola piazza consentivano dividendi alla decina di «soci» in affari per ogni punto vendita di droga di almeno 30mila euro netti ogni 30 giorni.
Incessante, insieme con il lavoro di polizia e finanza, prosegue l’azione investigativa dei carabinieri, che ieri hanno fornito un bilancio delle loro attività sull’area nord di Napoli.
Da settembre a oggi, e nel solo complesso di edilizia popolare del lotto “G”, sono oltre 30 i chili di droga scoperti e sequestrati; trovate anche molte armi: una pistola calibro 9×19 completa di caricatore e cartucce, tre calibro 357 magnum con cartucce; una calibro 38 con cartucce; e ancora: oltre 200 cartucce di vario calibro, kit per la pulizia armi, 3 giubbotti antiproiettile e passamontagna; 430 grammi di cocaina; 1.910 grammi di eroina; – 30 chili di hashish e 900 grammi di crack.
E questi sono solo i dati relativi all’azione dei carabinieri del comando provinciale dell’Arma, guidato dal colonnello Marco Minicucci. Ultima buona notizia: da ieri i carabinieri hanno un presidio fisso – attivo 24 ore su 24 proprio nei lotti di Scampia che un tempo erano fiorenti piazze di spaccio.
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