di Mario Stanganelli pubblicato su Il Mattino, il 19/12/12
«Non abbiamo più tempo. Pannella dovrebbe sottoporsi subito ad una terapia adeguata, o domani l’insufficienza renale sarà consolidata». Il drammatico bollettino medico, letto dal professor Santini intorno alle diciannove di ieri – ottavo giorno di sciopero della fame e della sete del leader radicale – non lascia spazio a dubbi: o Pannella torna a idratarsi (bere soltanto non basterà più, occorreranno le flebo) o la sua sorte sarà quella del repubblicano irlandese Bobby Sands, che nel 1981 si immolò al termine di uno sciopero della fame condotto ad oltranza contro il governo britannico.
La rapidità del peggioramento dei valori clinici del leader radicale ha accentuato l’allarme dei sanitari che lo hanno in cura, per un caso che «è grave per le condizioni fisiche del paziente e difficile da gestire per il personaggio». Pannella, infatti, nonostante il tassativo divieto dei medici, ieri sera è tornato nella sede di Radio Radicale per prendere parte alla trasmissione Radio Carcere. A trattenerlo e a indurlo ad interrompere il digiuno non sono valse neppure le esortazioni del premier Mario Monti che, a sorpresa, è andato a visitarlo in clinica, dove – ha commentato il presidente del Consiglio – «l’ho trovato lucido e intellettualmente combattivo».
Un abbraccio tra i due le cui immagini sono finite in una gallery fotografica sulla pagina personale del premier nel sito di palazzo Chigi – seguito da un colloquio sui temi che hanno spinto Pannella alla sua rischiosa iniziativa: intollerabile sovraffollamento delle carceri, amnistia, legalità, stato della giustizia nel Paese. Questioni dalle quali Monti – hanno riferito fonti del governo – «ha tratto spunti che intende approfondire».
La risposta – deludente – al presidente del Consiglio, che forse nutriva un barlume di speranza su un ammorbidimento dell’ostinazione di Pannella, è venuta dai microfoni di Radio Radicale: «Grazie a Monti, ma non posso sospendere lo sciopero. Sei venuto da noi, che non abbiamo i muscoli per ringraziarti di essere almeno venuto a cercare di comprendere che cosa vogliamo». E poi, «posto che in questo momento, come ha detto il professor Santini, è già pregiudicata la difesa della mia salute, non accetto il ricatto di chi dice “molla”. Molla cosa? Per vivere io? Certo che voglio vivere, ma cosa mollo? Cinque, dieci milioni di processi? Non dipende da me. E al presidente del Consiglio dico ancora grazie perché sei venuto. Ma se io bevo non siete più preoccupati? L’Italia si preoccupa se bevo o non bevo… Ma vi rendete conto?».
Altri visitatori illustri hanno varcato ieri l’ingresso della clinica di Pannella: l’ex presidente del Senato Franco Marini ne ha apprezzato la «battaglia di grande civiltà» e ha promesso che il problema delle carceri sarà una priorità su cui si impegnerà nel prossimo Parlamento. Il presidente della comunità ebraica, Riccardo Pacifici, è venuto a offrire la sua iscrizione, «se serve», al Partito radicale: «Pannella – ha detto – è un maestro di politica e, da sempre, un grande amico dello Stato di Israele». Tutte manifestazioni che, indubbiamente gratificheranno l’82enne Pannella, il quale però «cocciuto come un mulo» – la definizione è dell’abruzzese come lui Franco Marini – continua a dire no ad acqua e cibo. E fino a stamattina, in attesa del nuovo bollettino medico, le cose c’è da giurare che resteranno così.
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