Di Luigi Erbetta, da www.campania24news.it [3], 23-11-2012
I Radicali hanno indetto una mobilitazione non violenta della durata di 4 giorni per il diritto al voto dei cittadini e per chiedere l’amnistia. Una manifestazione è stata organizzata anche a Napoli, all’esterno del carcere di Poggioreale, dall’Associazione Per una Grande Napoli. I manifestanti, militanti del partito e familiari dei detenuti, hanno messo in scena una battitura utilizzando stoviglie. Campania24News ha intervistato il presidente dell’associazione Per La Grande Napoli Rodolfo Viviani per parlare della protesta e delle originali modalità con cui è stata portata avanti.
Come è andata la manifestazione in termini di risultato?
Siamo molto soddisfatti della crescita continua del nostro movimento. Abbiamo iniziato a fare manifestazioni a Poggioreale dal maggio del 2011 e col passare del tempo le nostre iniziative stanno coinvolgendo sempre più persone. Protestiamo perché siamo di fronte a una situazione inaccettabile. Ogni giorno migliaia di persone fanno file di ore per avere un colloquio con i detenuti. E’ inaccettabile che le proteste non violente di oltre 30.000 detenuti, sollecitati da Marco Pannella, vengano ignorate dalla stampa.
Cosa chiedete con queste manifestazioni?
Lottiamo perchè venga attuato un provvedimento di amnistia e indulto. Con il governo Prodi, quando Mastella era ministro della Giustizia, riuscimmo ad ottenere l’indulto ma per una serie di motivi non si riuscì ad arrivare all’amnistia. In Italia ci sono tantissimi processi arretrati. Nonostante la Corte Europea dei diritti dell’uomo continui ad infliggerci condanne per la lentezza dei procedimenti e per la condizione delle carceri, le istituzioni continuano a non mostrare interesse verso il problema. Questo sistema favorisce i ricchi, che possono pagare avvocati in grado di prolungare i processi per tempo indeterminato, mentre in carcere restano solo i poveracci. Solo tossicodipendenti ed extracomunitari restano in prigione in Italia.
Fuori al carcere di Poggioreale avete inscenato una battitura utilizzando stoviglie. Ci spiega cos’è questa forma di protesta?
La battitura nelle carceri è l’unica forma di protesta possibile. L’unico modo che i detenuti hanno per comunicare il proprio malessere. Marco Pannella ha indetto quattro giorni di sciopero della fame collettivo nelle carceri, con battitura, per riconquistare il diritto di voto dei detenuti e per l’amnistia. In carcere si tengono 15 minuti di battitura delle sbarre e 45 minuti di silenzio, per un totale di un’ora al giorno di protesta. A Napoli abbiamo dato vita alla battitura anche fuori dal carcere per dare eco alla protesta dei detenuti, per far sentire anche nelle città la loro protesta. Si protesta contro un carcere, quello di Poggioreale, che è governato dalla Camorra, in cui non c’è una mensa e si trascorrono 22 ore in cella. A Napoli gran parte dei cittadini ha problemi con la legge e il fatto di essere riusciti a portare avanti una protesta non violenta ci inorgoglisce.
Condividi [4]