Il 6 novembre gli americani hanno preso delle decisioni importanti per il loro futuro, che sarà più libero d’ora in poi.
L’America è andata alle urne non solo per eleggere il presidente, i cittadini sono stati chiamati a rispondere a 174 quesiti referendari [4]dai diversi contenuti. I risultati più clamorosi sono stati dati dai referendum sulla uso di Marijuana e quelli sulla legalizzazione dei matrimoni tra persone omosessuali.
Ora nel Maryland, Maine e Washington i cittadini gay si potranno sposare. Questa vittoria ha in sé anche una valenza storica, in quanto è stata la prima volta che negli States i cittadini hanno approvato il matrimonio gay con un voto popolare.
La vittoria del referendum per la legalizzazione della Marijuana per “uso ricreativo” è avvenuta invece in Colorado (dov’era già legale per uso medico) e nello stato di Washington, mentre in Massachusetts è stata legalizzata solamente per uso terapeutico.
Dal punto di vista economico si è previsto che la liberalizzazione della cannabis, 28 grammi a persona a partire dai 21 anni di età, frutterà allo Stato di Washington circa 500 milioni all’anno [5], e allo stato del Colorado 22 milioni, conseguenza economica che non riguarda solamente i fumatori abituali.
Questi referendum sono la voce di una società che sta cambiando, più liberista e progressista, che si allontana dall’America conservatrice e cattolica che eravamo abituati a vedere.
Questo sentimento liberale non si percepisce solo in America. Lo si può vedere in Uruguay, dove è stata di recente legalizzata la marijuana, o in Francia, dove è stato varato un disegno di legge [6] che autorizza i matrimoni tra persone omosessuali, garantendo anche la possibilità di adozione. Oltre a questo la Francia, grazie al ministro Cecile Duflot, si sta anche avviando verso la legalizzazione della cannabis.
Forse anche in risposta alla grande crisi che sta affiggendo la società e l’economia, questi referendum sono dei chiari sintomi di come in tutto il mondo si stia avendo una svolta liberal.
E in Italia? Come al solito siamo l’ultima ruota del carro! Ma Prima di parlare di legalizzazione, qui dovremo capire bene il concetto di legalità, ben poco chiaro nel nostro Bel Paese, dove “tutto si fa, basta delinquere!”.
Il nostro sistema, marcio alle radici, basato su fitti e sottili rapporti tra stato, chiesa e mafia, all’italiana appunto; non ci permetterà mai di legalizzare la cannabis, perché è troppa la perdita per la criminalità, per non parlare dei matrimoni gay, con il Vaticano a quattro passi dal Parlamento.
L’unica nostra speranza è data dalla voce del volere collettivo, è tutto nelle nostre mani. Siamo Noi che dobbiamo dimostrare di non meritare il sistema governativo che abbiamo, siamo Noi che dobbiamo far sentire in nostro bisogno di libertà.
Fin’ora ben poco abbiamo dimostrato a parte di essere una società statica che tanto si lamenta e poco agisce. Secondo i dati ufficiali dell’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, il 32% [8]degli italiani tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita, e il 14,3% [9] (dato record – e con distacco – per l’Unione Europea) ne ha fatto uso negli ultimi 12 mesi, ma l’unica forza politica che ha parlato di legalizzazione della cannabis nell’Italia repubblicana è il Partito Radicale. Dov’è quel 14,3% di consumatori abituali di cannabis? Perchè non lotta per i suoi diritti? Le cose non si cambiano con il telecomando della tv!

Fonte: http://radicaliverona.org/2012/11/10/ondata-liberal-nel-mondo-litalia-dove/ [12]