Il mio intervento al “Convegno sulla schiavitù nel mondo e in Italia” del 24 Ottobre 2012 presso il Tennis Hotel (Agnano) se solo ci fosse stato tempo
Noi dell’Associazione Radicale “Per la Grande Napoli” siamo felici di aver contribuito all’adozione del caso Biram Dah Abeid da parte del periodico “Il Fiore Uomosolidale” e dell’associazione “Alma Mundi”. L’Associazione Radicale “Per la Grande Napoli” ha contribuito alla realizzazione di questi risultati segnando realmente e idealmente quel ponte che, secondo noi, Napoli potrebbe rappresentare tra l’Europa e l’Africa. Ci siamo attivati subito, appena furono arrestati Biram e i suoi, per trovare partner che sostenessero la denuncia della violazione dei diritti nazionali e internazionali di cui si è macchiato il governo della Mauritania, ricordiamo che la schiavitù in Mauritania è stata abolita nel 1981 e nell’agosto del 2007 è stata dichiarata illegale e criminalizzato il possesso di schiavi. Abbiamo seguito costantemente il caso mettendo in comunicazione realtà diverse come la sezione italiana dell’IRA, i Radicali e la testata giornalistica “Il Fiore Uomosolidale”, che ha reso possibile, insieme all’associazione “Alma Mundi”, l’arrivo in Italia di Biram e sua moglie Leila, della loro permanenza e delle necessarie analisi e cure mediche. L’Associazione Radicale “Per la Grande Napoli” ha contribuito a tali spese.
Costruire un ponte vuol dire avere la forza, l’amore, la volontà di identificarsi col diverso. Noi Radicali abbiamo avuto e abbiamo voglia di identificarci col diverso, abbiamo portato questo discorso fino all’estreme conseguenze dell’amore, essendo coscienti che per costruire quei ponti avevamo bisogno di un amore assai più rigoroso delle forme auto-consolatorie di paternalismo ecc, ecc..- avevamo bisogno di studio, conoscenza, di acquisire delle competenze che ci dessero l’occasione di con-vincere (vincere insieme), cioè di abbracciare insieme una battaglia come mezzo che già prefigurasse quel obiettivo comune. Si vedano le nostre esperienze transnazionali, le esperienze delle lotte per l’abrogazione delle mutilazioni genitali femminili o della moratoria universale della pena di morte, è un lottare con, un vincere con, sono ponti di comprensione reciproca. È per questo che andiamo in giro per il mondo, impariamo lingue, seguiamo costantemente anche quello che è fuori dalla nostra madre Europa, anche quando non c’è ancora chiaro il senso… È di questo tipo il nostro amore. Ma noi Radicali siamo così diversi al nostro interno che se cercassi veramente di dare un’idea unitaria, troverei almeno sette radicali con ognuno 70 idee differenti, ma siamo tanto laici da essere uniti, da com-prenderci reciprocamente. È di questo tipo il nostro amore.
Quando lessi della missione radicale nel 2010 in Mauritania per liberare Biram, fui orgoglioso di aver iniziato ad impegnarmi per questa forza, così, quando nell’aprile del 2012 Biram fu arrestato di nuovo ho fatto quanto era nelle mie possibilità per far conoscere la questione e per approfondire io stesso la materia.
Sono contento che Biram abbia introdotto le ragioni di quel gesto che l’ha portato in prigione e che tale gesto abbia dato poi l’avvio alla ri-lettura di testi malichiti che giustificano la schiavitù e spero vivamente che possa portare a risultati ancora più rivoluzionari e profondi. Biram, nel suo discorso, si è paragonato a Martin Lutero, ed è vero che per alcuni versi, il suo gesto e la sua protesta, può essere assimilata a quella del teologo tedesco, ma è anche vero che il teologo tedesco, quando decise di rompere definitivamente con la Chiesa Cattolica, sapeva che si apprestava ad un lavoro di ricostruzione e di costruzione. Il mio timore, che mi permetto di condividere con Biram, è il vuoto culturale, la mancanza di alternativa, che potrebbe favorire il neo-wahhabismo o altre forme di fondamentalismo che tendono ad appiattire l’Islam che, invece, è ricco e complesso. I libri bruciati, seppur a ragione, sono espressione di un Islam originario, quando la pratica dell’”interpretazione” era ancora “aperta” e che ha dato vita alla diverse scuole teologico-giuridiche. Spero che i miei timori siano infondati e che l’importantissima e ammirevole lotta di Biram contro la schiavitù tradizionale possa portare ad una liberazione fisica e culturale di tutti i cittadini mauritani.
Stasera ci occupiamo di ponti e come esperto di letteratura swahili sono stato invitato a leggere una poesia in swahili. Anche molti swahili sono schiavi in Arabia Saudita, come denunciano molti kenioti, ma non è questo il legame tra la poesia e il convegno di questa sera, bensì l’emancipazione. La poesia che ho scelto si chiama “Wimbo wa Unyago” (Canzone dell’iniziazione femminile, 2008) di Euphrase Kezilahabi. L’ho scelta per due motivi: 1)l’iniziazione femminile, spesso, in Africa comporta l’infibulazione e vorrei festeggiare con voi il deposito alle Nazioni Unite della Risoluzione che bandisce universalmente le Mutilazioni Genitali Femminili in quanto violazione dei diritti umani e dire grazie al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) 2) questa poesia che mi accingo a leggervi potrei definirla progressista, ci invita a riflettere sull’individualità femminile, sul suo ruolo in società, sulle responsabilità, in due parole: sui doveri di e per la libertà.
Canzone dell’iniziazione femminile
Vivi giovane vivi, vivi la vita tua.
Gli anziani vissero la loro
adesso resta a te.
Tribalismo è schiavitù
sposati ragazza sposati
sposa la tua scelta
volontà è origine del diritto
chi sceglie un mango acerbo
sa quando maturerà.
Bada ad una lingua fraudolenta:
non accettare di chiamare amorino
questo ino è da bambinino;
chi loda gli occhi tuoi
vuole che li chiudi;
chi loda le gambe tue
vuole che non cammini;
chi loda i denti tuoi,
vuole che ridi come una scema.
Chi scrive una lettera lunga
non riesce a dire la verità;
è una carta con parole d’altri.
Chi ti chiama tutti i giorni
non ha altro da dirti che haloo:
chi dice che tuo marito non è adatto
casa sua anche non è adatta
il cane messo in cattività
prende ossa per carne.
Eh signora feconda
genera, genera con un progetto
non per sfornare mattoni.
Genera scegliendo la tua salute.
La giraffa che mangia molta frutta
non è rotta dal vento del tifone.
Ricorda
Il pollo messo in cattività
per molti dei suoi pulcini
non può a costruire un nido. (E.Kezilahabi, trad. R. G. )
Roberto Gaudioso, Tesoriere dell’Associazione Radicale “Per la Grande Napoli”
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