da http://napoli.repubblica.it [3], 21-10-2012
“Il prefetto era infastidito dal fatto che si parlasse di amianto davanti a tutte le istituzioni, credo che fosse infastidito dalla mia presenza come volontario impegnato e non come prete”. Don Maurizio Patriciello, il prete anticamorra reo di aver chiamato “signora” il prefetto donna di Caserta e per questo motivo ripreso con veemenza da quello di Napoli, De Martino, dà la sua interpretazione dell’episodio che sta facendo il giro del web.
“Io non ho mai litigato con il prefetto. Ha perfino sbagliato i congiuntivi e ha dato la colpa a me”, afferma don Maurizio. “Non ho mai sentito che chiamare signora una signora può offendere qualcuno – dice il sacerdote a Tgcom24 -. La chiave di lettura vera è quando mi ha invitato ad andarmene. Io stavo parlando dell’amianto abbandonato nelle nostre campagne e loro lo sanno – aggiunge -. Il prefetto non voleva che si parlasse di amianto davanti a tutte le istituzioni. In questa zona maledetta si muore di cancro e noi ci battiamo per migliorare questa condizione”.
Secondo don Maurizio, il prefetto non voleva mortificare un prete: “Non credo, il prefetto era infastidito dal volontario impegnato contro i roghi tossici”. I due però hanno avuto occasione di rivedersi: “Io il prefetto l’ho incontrato al funerale di Lino Romano nel mezzo della folla. Ci siamo stretti la mano. Io colgo l’occasione – conclude il prete – per ringraziare il prefetto perché con quello che ha detto a me ha attirato l’attenzione su quello che accade in questa zona dove si muore di cancro”.
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