Una folla eccezionale (oltre mille persone) ha accolto Matteo Renzi nella sotterranea sala delle feste del Circolo Arci di Coiano. Già alle 17.30, un'ora prima dell'evento, molti cittadini erano in attesa, chi in strada, chi già accomodato a sedere in sala, del sindaco fiorentino. Che è arrivato con circa tre quarti d'ora di ritardo. Pare che abbia chiesto al suo staff di farlo passare dalla chinatown di via Pistoiese. Curiosità esaudita ma arrivo a Coiano ritardato. E' entrato all'americana, passando dal corridoio centrale attorniato da telecamere e flash fotografici, in jeans e camicia bianca con le maniche arrotolate, divisa ufficiale ormai della campagna renziana, stringendo mani e rispondendo ai saluti della folla. Una folla eterogenea. Molti pensionati, tanti giovani, pochi esponenti di partito, al di là di coloro che si sono già schierati a suo favore. La segretaria Bugetti; l'ex segretaria Squittieri; l'ex presidente di ASM Benigni; il presidente della provincia Gestri e l'assessore alla cultura Nesi; l'ex assessore Rosati, l'ex consigliere Miracco. I presidenti della Circoscrizione Nord Manzan e quello dell'Ovest Mosca. In sala anche l'ex deputato Vannoni. Presente anche l'ex presidente della circoscrizione Est Anna Berti.
Poi popolo. Popolo vero. Popolo misto. Insieme a vecchi militanti della sinistra tanti volti sconosciuti e molti cittadini che dichiaravano la loro delusione per il centrodestra.
Solo sul palco, one man show, Matteo Renzi si è prodotto nella consueta narrazione tecnologica (slides, filmati, grafici ecc.) della battaglia intrapresa.
Con citazioni mirate a formare il suo personale pantheon ideale e valoriale Renzi è passato da Gobetti, ad Olaf Palme, da Altiero Spinelli a Barack Obama. Nessun cenno ai miti della sinistra classica.
Il puntuto D'Alema, avversario di Renzi all'interno del PD, ha ricevuto una poco lusinghiera ovazione quando Matteo ha dichiarato di volerlo mandare a casa, in caso di sua vittoria alle primarie.
La novità assoluta della giornata pratese di Matteo Renzi si è avuta verso la fine del suo intervento. Quando ha parlato delle regole per le primarie che Bersani e la casta romana sembrano voler allestire in previsione della riunione di sabato dell'Assemblea Nazionale del PD. Ebbene Renzi, che per tutta la giornata, almeno sul web, aveva dato l'impressione di essere in drammatica rotta di collisione con Bersani e Roma, ha sterzato decisamente su toni più morbidi. Praticamente accetta tutte le modifiche proposte dai bersaniani (albo pubblico degli iscritti alle primarie; doppio turno; obolo di 5 euro per votante) fuorchè l'obbligo di preiscrizione dei cittadini all'albo degli elettori del centrosinistra. Che vorrebbe dire, in pratica, che la domenica precedente alle primarie i cittadini sarebbero obbligati ad andare ai seggi per sottoscrivere la dichiarazione d'intenti per il voto alla coalizione di sinistra ed a sottoscrivere l'iscrizione nell'albo pubblico degli elettori.
E su questo molto probabilmente Roma e Bersani cederanno.
Il finale è stato molto obamiano ed emozionante. Renzi ha fatto vedere e sentire il discorso pronunciato da Obama in memoria ed in onore di Christina. Una bambina rimasta uccisa a Tucson durante un attentato ad una deputata democratica.
Il sommovimento di cui dicevamo stamattina è stato ben presente anche a Prato. L'attenta platea ha tributato i maggior consensi tutte le volte che Renzi ha parlato della necessità di mandare a casa l'attuale classe dirigente della sinistra oppure ha puntato l'indice sui molti scandali di questi ultimi giorni. Durissimo anche con il capogruppo PD della regione Lazio, fortemente invitato, tra le acclamazioni della gente, a non ricandidarsi.
Fonte: http://liberamenteprato.blogspot.com/2012/10/matteissimo.html [11]







