Giornale di Napoli, 24 settembre 2012

Avvocato Ciruzzi, perché è necessario sposare la causa dei detenuti della casa circondariale di Poggioreale?
"Il nostro appoggio è un segnale importante per evidenziare la grandissima ipocrisia in materia di legalità. Tutte le istituzioni, dal Presidente della Repubblica al Sommo Pontefice, si sono espresse in materia, ma fio ad ora nulla di concreto è stato fatto. Non c'è legalità in questa forma di detenzione e manca del tutto la funzione rieducativa della pena".
Quali sono le possibili misure alternative applicabili in sostituzione alla detenzione carceraria?
"Prima di tutto c'è da dire che io, in questo momento storico, concordo con l'amnistia, per la quale i Radicali si stanno battendo da tempo. È necessario risistemare questa situazione di torto nei confronti di chi sta scontando una pena in queste condizioni. Poi esistono molte forme alternative alla carcerazione, cominciare dalla detenzione domiciliare. A seconda del reato si potrebbero applicare misure diverse come la messa alla prova, che sta ottenendo ottimi risultati positivi, c'è la riparazione, i lavori socialmente utili, le soluzioni sono tante, ma il carcere utilizzato così è solo fucina di nuova delinquenza. In queste condizioni chiunque peggiorerebbe, a causa dei tagli si sono eliminate figure molto importanti dalle carceri, quelle degli operatori sociali, facendo cadere la funzione rieducativa della pena".
Quali sono i reati per i quali si potrebbe prevedere una pena alternativa al carcere?
Molte pene sono spropositate, sono addirittura feroci e, al contrario di quello che si pensa, le pene italiane sono le più alte in Europa. Ad esempio la legislazione sulla droga è davvero fuori misura. Noi abbiamo delle leggi liberticide che privilegiano la funzione securitaria, tralasciando la rieducazione. Perciò, io credo che il carcere debba essere l'estrema ratio e potrebbe essere evitato in casi di carcerazione preventiva, per reati che non abbiano una pericolosità sociale, per l'utilizzo di droghe e per gli incensurati".
L'Iniziativa "Fate Presto", promossa a marzo, ha evidenziato una situazione tragica nelle carceri..
"Il carcere è una tortura che spinge al suicidio e avverto come dovere intellettuale la denuncia di questa situazione".
http://www.detenutoignoto.com/2012/09/napoli-camere-penali-vivere-in-carcere.html
25 Settembre, 2012 - 15:18
Fonte: http://www.detenutoignoto.com/2012/09/napoli-camere-penali-vivere-in-carcere.html [4]