di Furio Colombo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, il 23/09/12
Nelle ultime elezioni regionali, che hanno posto fine allo sfascio Marrazzo e dato inizio al disastro Polverini, ho votato (invano) Emma Bonino, candidata del Pd. Mi ricordo delle mille obiezioni. Soprattutto: la Polverini è gradita al Vaticano e la Bonino no. Considerati i precedenti, che vanno da Mussolini a Craxi e giungono fino a Berlusconi, direi che gli elettori dovrebbero raccogliere il segnale: stare alla larga dai candidati col marchio vaticano.
E` avvenuto anche che si inseguissero e ripetessero i rimproveri alla dirigenza del PD con la promessa che ” la prossima volta non ci sarà, non permetteremo che ci ripresenti qualcuno che non ha la nostra sensibilità“. ” La parola spesso era questa, “sensibilità.” E adesso si scopre che Fiorito era i portatori di questa sensibilità, la persona giusta per partecipare al governo della città che ospita la chiesa cattolica.
Ed eccoli al lavoro, Fiorito e gli altri, in toga , prosecco e ostriche e signorine di regime e un immenso e volgare spreco di tutto, tempo luogo, danaro, risorse, in una città in cui non sempre i disabili possono accedere agli autobus o agli uffici pubblici. Non dimentichiamo che la Bonino aveva vinto e stravinto a Roma, dove, a quanto pare la “sensibilità” dei cittadini resta vigile nella sorveglianza del rapporto fra fede, chiesa e uso del danaro pubblico.
Ma la sua sconfitta nella regione è stata la sconfitta di un Pd scomposto in due anime, una delle quali, quella laica, si inchina facilmente quando comincia a calcolare le infinite ricadute del potere ecclesiastico su vita, carriera e opere di un politico, persino (specialmente) se onesto. Ci saranno altre prove? Per ora non ci resta che essere grati ai Radicali per essersi ricordati ancora una volta di Porta Pia e avere celebrato il 20 settembre la liberazione di Roma. Certo, è solo il simbolo di un grande fatto che, ammettiamolo, è stato del tutto cancellato.
Condividi [3]