di Fabrizio Ferrante, da http://www.epressonline.net [3], 29-07-2012
Esattamente un anno dopo il suo intervento al convegno organizzato al Senato su carcere e amnistia, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tornato a pronunciarsi in merito alle criticità ancora irrisolte. Lo ha fatto in risposta alla lettera inviatagli dal Professor Andrea Pugiotto e sottoscritta da altri 130 docenti universitari. Intanto, nell’indifferenza del circuito mediatico tradizionale di massa, Marco Pannella ha comunicato i dati sulla recente quattro giorni radicale di lotta non violenta per l’ “amnistia subito”.
“Secondo una nostra stima – ha affermato Pannella – sono stati almeno 30 mila le donne e gli uomini carcerati, detenuti e detenute, personale amministrativo, polizia penitenziaria, direttori e dirigenze delle carceri, che hanno compiuto 4 giorni di lotta nonviolenta, nella stragrande maggioranza dei casi con uno sciopero della fame e con gli essenziali momenti di silenzio, di preghiera”. Il grande vecchio della politica italiana non ha risparmiato l’inevitabile stoccata rivolta ai media, rei di non aver fornito all’evento la giusta visibilità: “non c’e’ stata una sola tv o una sola radio, di destra, di sinistra, di centro, che abbia dedicato notizie a questo”. Viceversa “e’ bastato, in questo regime, che duecento no tav facessero il loro mestiere perche’ giornali, tv, radio, dedicassero ore di informazione. Duecento persone. E su 30 mila persone che in condizioni di tortura di stato, hanno risposto con la serenità, la forza enorme della nonviolenza e della serenità, ancorché drammatica. Signor presidente, signori giornalisti, nulla. Non esistiamo, siamo decine di migliaia ma non valiamo duecento persone, duecento eroi o cretini che danno vita ad una notte di scontri. Sono gli eroi di questo regime”.
Parole sottoscrivibili e già da tempo impresse nella mente di qualunque radicale, se è vero che mercoledì scorso, a Napoli si è svolto un presidio per ricordare all’AgCom i doveri fin qui non assolti dal servizio pubblico. La risposta del Presidente della Repubblica alla lettera di Andrea Pugiotto, se da un lato descrive l’ennesima, condivisibile nei termini e nei contenuti presa di posizione del Quirinale, dall’altro denota un senso di sostanziale impotenza. Il Capo dello Stato ha infatti confermato la sua non ostilità a provvedimenti come amnistia e indulto, ricordando tuttavia come ai sensi dell’articolo 79 della Costituzione, sia necessaria una maggioranza dei due terzi in Parlamento. In assenza di tali condizioni, secondo Napolitano, è possibile mettere mano a soluzioni tampone come leggi atte a depenalizzare talune condotte, in grado di decongestionare l’afflusso nelle patrie galere.
I Radicali non possono che concordare con questa analisi, sebbene il Capo dello Stato abbia a disposizione uno strumento come il messaggio alle Camere, che finora sul tema carceri è rimasto inutilizzato da Napolitano. Con tale atto, si metterebbe una pressione tale sul Parlamento, da indurre deputati e senatori quanto meno a pronunciarsi. Il richiamo del Capo dello Stato ai nuovi padiglioni aperti in alcune strutture carcerarie, non tiene conto della carenza di personale fra gli agenti penitenziari, col risultato che in molti casi questi padiglioni restano inutilizzati. In conclusione della sua risposta al Professor Pugiotto, Napolitano ha annunciato di aver interessato anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, affinché fornisca un quadro aggiornato della situazione. Inoltre, Napolitano ha promesso un incontro in tempi brevi, dopo la pausa estiva, con una delegazione di sottoscrittori della lettera aperta che chiede “amnistia subito.
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