da www.redattoresociale.it [3], 08-06-2012
NAPOLI – Scendono di nuovo in piazza gli operatori sociali di Napoli. In tremila oggi hanno sfilato per le strade cittadine da piazza Municipio a via Santa Lucia per il “welfare day”, cui hanno preso parte anche i familiari e gli utenti dei servizi sociali e socio-assistenziali. La manifestazione è stata promossa dal comitato Il welfare non è un lusso, in cui confluiscono circa 200 associazioni e cooperative, per sostenere lo sciopero degli operatori sociali indetta dai Cobas. “Un fatto straordinario – spiega Emiliano Schember, del Collettivo Operatori Sociali di Napoli – perché non è mai accaduto che sospendessimo i servizi per un’intera giornata, ma che è molto significativo dello stato di esasperazione in cui viviamo da mesi, per non dire anni”. Una situazione preoccupante che riguarda circa 7 mila operatori a Napoli, che svolgono servizi per quasi 20 mila utenti, tra cui migliaia di anziani e disabili.
A causa dei tagli e della precarizzazione del lavoro sociale, molte organizzazioni hanno già chiuso i battenti e molte altre sono a rischio chiusura. Cooperative sociali e associazioni da tre anni e mezzo vantano un credito verso l’amministrazione cittadina di circa 75 milioni di euro. Dal canto suo, la regione Campania nel bilancio di previsione 2012 ha stanziato appena 27 milioni di euro per il welfare di comuni e ambiti di zona, a fronte dei 100 che servirebbero a garantire i livelli minimi di assistenza. Oltre ai pagamenti per il lavoro svolto, i promotori del “welfare day” sono scesi oggi in piazza contro i tagli alla spesa sociale, per il ripristino del Fondo Sociale Nazionale, ridotto dal governo dell’80%, e per l’utilizzo immediato dei fondi europei destinati alle politiche sociali.
La mobilitazione e lo sciopero degli operatori sociali hanno incassato anche la solidarietà degli assistenti sociali del comune di Napoli che, in una lettera aperta, sottolineano che “il rischio concreto è quello di lasciare completamente sole le persone e le loro famiglie e che il Servizio Sociale nell’immediato non sia in grado di fornire risposte esaustive, in assenza di una rete di servizi forniti attraverso l’affidamento al terzo settore”. “Tagliare – si legge nel documento firmato de 172 assistenti sociali del comune e delle dieci municipalità cittadine – non significa risparmiare, ma generare e rafforzare circuiti di abbandono, solitudine, violenza”.
Dopo una mattinata passata in piazza, il corteo ha fatto tappa a piazza del Plebiscito, davanti alla sede della Prefettura di Napoli. Una delegazione è stata ricevuta dal capogabinetto del prefetto De Martino, Francesco Esposito, che ha assicurato in tempi brevissimi l’istituzione di un tavolo interistituzionale con il presidente della regione Campania Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il presidente dell’Anci Campania Vincenzo Cuomo. “Il fatto che tra i 7mila e i 9mila operatori sociali restino senza lavoro in Campania – ha sostenuto il capogabinetto della prefettura di Napoli – non è solo una questione di coesione sociale, ma anche di ordine pubblico”. Per questo Esposito si è impegnato a sollecitate l’intervento diretto del governatore Caldoro. (mn)
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