di Mauro Tonetti, da http://denaro.it [3], 16-05-2012
La Regione applica la legge e ingoia, sebbene a malincuore il boccone amaro dell’acquisto dell’inceneritore di Acerra. Il via libera al recepimento del decreto ministeriale dello scorso 16 dicembre che dispone il trasferimento alla Region, ieri in giunta. Una partita di giro che vede solo l’anticipazione – da parte del ministero dello Sviluppo – dei 355 mln necessari per il trasferimento dell’impianto da Impregilo alla Regione. Soldi che saranno poi recuperati sul Fas regionale.
L’atto deliberativo approvato ieri porta la firma degli assessori al Bilancio Gaetano Giancane, del titolare dell’Ambiente Giovanni Romano e del delegato al Patrimonio Ermanno Russo. I soldi arriveranno dai Fas regionali (Fondo aree sottoutilizzate) sottraendoli ad impegni di spesa già deliberate per opere di bonifica. Per quell’impianto e per l’intero ciclo di gestione dei rifiuti in Campania il processo è ancora in corso al Tribunale di Napoli e l’acquisto servirà anche a cassere il contezioso tra Impregilo e Protezione civile. Per la Regione, che aveva anche impugnato alla Consulta il provvedimento del governo, il decreto da cui discende le delibera di giunta ha il sapore della beffa visto che all’acquisto era deputato il governo centrale. Se la Regione Campania è costretta a comprare l’inceneritore la gestione resta affidata, dal 2008 e per 15 anni, alla holding bresciana A2a attraverso la controllata Partenope Ambiente.
LA GESTIONE
Il contratto di gestione – che usufruisce degli incentivi Cip 6 – coinvolge anche lo Stir di Caivano e prevede che la società venga remunerata con una quota pari al 49 per cento dell’energia elettrica prodotta dal termovalorizzatore tramite la combustione dei rifiuti della frazione secca degli Stir. I ricavi per A2a? Ammontano a 57 milioni di euro nel 2010 e sono cresciuti nel 2011. Intanto l’assessore Romano è a Bruxelles per definire gli ultimi dettagli del piano rifiuti trasmesso alle autorità europee.
IL PIANO RIFIUTI
Il piano rifiuti 2012-16 predisposto da Palazzo Santa Lucia prevede, intanto, che il milione e 285 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti nel 2012 sia così distribuito: 600 mila tonnellate al termovalorizzatore di Acerra, 40mila nella discarica di Terzigno, 200 mila nella discarica di San Tammaro, 50 mila nella discarica di Savignano, 425 mila fuori regione e 110 mila all’estero. Nel biennio 2013-14 secondo questo piano, riaprirà Chiaiano e anche Sant’Arcangelo Trimonte per ricevere 50 tonnellate l’una di frazione umida stabilizzata. Dovrebbe aprire poi il sito da 20 mila tonnellate di Paenzano e dovrebbero essere aperte discariche per 150 mila tonnellate tra Napoli e Salerno. Il piano non dice dove. Questi ultimi siti dovrebbero garantire la diminuzione dei conferimenti oltreconfine. Nel 2015 dovrebbe poi chiudere San Tammaro e i conferimenti fuori regione cessare. Nel 2016, infine, i termovalorizzatori di Napoli est e Salerno e il gassificatore di Caserta permetterebbero la fine dell’emergenza. Ma c’è un piccolo particolare: per i primi due le gare d’appalto sono in corso, ma per Napoli non c’è accordo tra Comune e Regione mentre per Salerno ci sono ritardi per l’incompleta certificazione antimafia.
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