da www.ilmattino.it [3], 04-05-2012
BRUXELLES – Educazione alimentare e diversi stili di vita come migliore risposta ai problemi dell’obesità infantile, più che una semplice crociata contro il cosiddetto “cibo spazzatura”. È questo il messaggio che arriva da Bruxelles, dove allo European Policy Centre si è tenuto un workshop dedicato al tema del rapporto tra scienza della nutrizione e comportamenti alimentari.
A introdurre il dibattito il vicepresidente del Senato Emma Bonino. «In effetti – ha spiegato a TMNews (GUARDA IL VIDEO [4]) – il rischio è quello della semplificazione, non per rendere le cose semplici, ma semplicistiche, che è un’altra cosa. In realtà il problema dell’obesità è un problema vero, ma è un problema anche complesso, che ha a che fare più che con il cibo, con la sedentarietà».
«Io sono convinta – ha aggiunto la Bonino – che il problema non è tanto prendere a bersaglio un cibo piuttosto che un altro, ma è un problema di quantità, oltre che di qualità, ed è un problema di stili di vita».
Emma Bonino si è detta contraria all’ipotesi di una tassa sul cibo spazzatura e ha spiegato: «Io credo che non sia questo l’approccio più corretto e ritengo che davvero l’approccio più corretto sia quello delle quantità e degli stili di vita e della sedentarietà a cui tutto ci spinge. Alla fine si rischia di mangiare troppo e muoverci poco. Non c’è, a mio avviso, una misura miracolo e proprio perché è un problema complesso c’è bisogno di vari tipi di intervento, tra i quali la promozione dell’attività fisica, a partire dalle scuole elementari».
Tra i relatori del workshop la professoressa Theresa Nicklas del Baylor College of Medicine di Houston, negli Stati Uniti, che ha presentato uno studio condotto sui giovani americani. «Negli Stati Uniti – ha spiegato la studiosa – abbiamo lavorato sugli adolescenti e abbiamo verificato che aumentando il consumo di snack, si registrava una diminuzione dell’obesità, nonostante ciò che si pensa comunemente. L’obesità è un problema molto complesso e non si risolve cambiando un solo aspetto: serve cambiare il comportamento alimentare nel suo complesso».
Presente al workshop anche l’ex direttore del Corriere della Sera, Piero Ostellino, che ha ribadito la propria contrarietà all’intervento dello Stato in temi come l’alimentazione che ciascuno sceglie di seguire: «Sono terrorizzato – ci ha detto – dall’idea che la politica mi debba imporre quello che io devo mangiare».
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