di Francesca Pilla, da www.ilmanifesto.it [3], 04-05-2012
“Deve essere fatta piena chiarezza sulla questione e su ciò che avviene all’interno ed ai margini del Csm, perché la cosa lascia allibiti ma non sorpresi, lo dice uno che è stato massacrato dal vecchio Csm presieduto da Nicola Mancino”. Non ci pensa due volte il sindaco di Napoli e entra a gamba tesa sugli accertamenti in corso su Paolo Mancuso, la cui candidatura alla guida della procura di Napoli è stata ritirata all’ultimo momento degli esponenti di area, permettendo così l’elezione di Giovanni Colangelo che lascia la guida a Potenza. Un mossa che sta mettendo in subbuglio il Consiglio superiore della magistratura e non solo. Alle spalle della decisione ci sarebbe, infatti, un’intercettazione tra l’ex colonnello del Ros dei carabinieri Giuseppe De Donno e il parlamentare Maurizio Gasparri nella quale l’ufficiale avrebbe fatto pressione affinché i consiglieri laici del Pdl appoggiassero Mancuso attualmente procuratore capo di Nola.
A De Donno, ex braccio destro del generale Mario Mori si sarebbe rivolto proprio Mancuso per ottenere l’intercessione dei pidiellini e dunque la nomina.
La telefonata è stata captata dai pm di Palermo Antonio Ingroia e Nino Di Matteo durante le indagini per la trattativa mafia-stato, dalla quale il procuratore è assolutamente estraneo.
Per vederci chiaro è intervenuto anche il guardasigilli Paola Severino che ha chiesto di acquisire il verbale della seduta del plenum del Csm di mercoledì scorso, durante la quale si è proceduto alla nomina di Giovanni Colangelo a capo della procura di Napoli, in seguito al ritiro anche di Corrado Lembo oltre che Paolo Mancuso. Contemporaneamente anche il Csm e il pg di Cassazione titolare assieme al ministro dell’azione disciplinare, hanno avviato accertamenti sulla vicenda.
Nel frattempo in procura partono i veleni tra
chi è pro e contro la nomina di Colangelo. Ci si divide dunque tra chi parla di una congiura e chi invece grida allo scandalo perché la procura partenopea avrebbe fatto una figuraccia. Di sicuro dopo 4 mesi di “contrattazioni”, durante le quali il posto è stato occupato dal reggente Sandro Pennasilico la tensione è cresciuta.
Paolo Mancuso è molto conosciuto a Napoli, da tempo esponente di Md, è in magistratura da 33 anni, molti dei quali passati nel capoluogo campano dove è stato ha coordinato la Dda. Si è occupato fra l’altro dell’indagine napoletana su Silvio Berlusconi, in ordine alla vicenda delle segnalazioni di alcune attrici al direttore generale di Rai Fiction, Agostino Saccà, ma anche degli scontri e delle violenze nella caserma Raniero dopo il global forum del 17 marzo 2001. Fratello di Libero Mancuso, ex magistrato ora avvocato, che l’anno scorso si è candidato alle primarie per Sel.
E il sindaco su Colangelo: “Non voglio rilasciare dichiarazioni sulla scelta – ha detto – anzi auguro buon lavoro al nuovo procuratore capo e so che ha lavorato in una procura difficile come quella di Potenza che conosco perché prima della sua nomina mi occupai dell’inchiesta toghe lucane”.
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4 Maggio, 2012 - 14:14
Giustizia e Carcere