NAPOLI – La Campania come la Toscana. In merito all’uso della cannabis nella terapia del dolore il sindacato dei medici di famiglia «Sumai Medicina generale» subito dopo aver appreso del provvedimento adottato dalla Regione Toscana che consente la somministrazione della sostamza stupefacente per i malati terminali, sollecita una iniziativa analoga da parte dei nostri amministratori.
«La recente disposizione della Regione Toscana che permette l’utilizzo della cannabis nella terapia del dolore, ha aperto una profonda discussione tra i medici napoletani» dichiarano infatti, in una nota congiunta, Giuseppe Tortora e Saverio Annunziata, dirigenti nazionali del sindacato Sunai-Medicina generale. E aggiungono: «L’uso di cannabinoidi nella terapia del dolore, soprattutto per i pazienti terminali, può rappresentare un ulteriore strumento a disposizione dell’armamentario del medico. Il dolore rappresenta il momento più critico della malattia e pertanto l’azione dei medici deve essere quanto più mirata è possibile».
«Ci sono voci contrastanti sull’effettiva efficacia dei cannabinoidi, alcuni studi in Gran Bretagna e in Canada hanno dimostrato una sicura azione lenitiva» riprendono Tortora e Annunziata. E annunciamo: «Abbiamo chiesto al senatore Raffaele Calabrò, delegato della sanità campana, l’apertura di un tavolo che veda coinvolti medici, farmacisti, associazioni dei malati per verificare se anche nella nostra regione si possa attuare la stessa delibera adottata in Toscana».
La Toscana, prima regione in Italia, da ieri ha una legge che facilita l’uso della cannabis a scopo terapeutico. La scelta di utilizzare farmaci cannabinoidi o preparazioni «magistrali» per curare malattie gravi e molto dolorose – come, ad esempio, la sclerosi multipla – anche grazie all’assunzione della sostanza attraverso una semplice tisana, come sperimentato in Puglia, finora è stata fatta in Italia da un numero limitato di persone che si sono imbattute spesso in problemi burocratici e tempi molto lunghi, quelli che la Toscana intende ora abbattere.
Il provvedimento è stato approvato ieri dal Consiglio regionale a maggioranza, con il voto contrario di Udc, parte del gruppo misto, e del Pdl, ad eccezione del consigliere Marco Taradash che ha votato a favore, e l’astensione della Lega Nord.
Il provvedimento prevede la somministrazione dei farmaci cannabinoidi presso le strutture del servizio sanitario regionale, le Asl, e le strutture private che erogano prestazioni in regime ospedaliero. Per garantire la continuità terapeutica è previsto che il trattamento possa proseguire anche a domicilio, dopo che il paziente viene dimesso. I farmaci sono acquisiti attraverso le farmacie ospedaliere, «nei limiti del budget aziendale», e tramite le unità sanitarie locali.
L’utilizzo dei cannabinoidi per uso terapeutico è già realtà in diversi paesi del mondo. In California, ad esempio, di recente anche uno spot televisivo ha spiegato gli aspetti positivi dell’uso in alcune malattie. A Vancouver, in Canada, solo una decina di giorni fa si è tenuto un megaraduno a favore della somministrazione gratuita di cannabis terapeutica.
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