di Claudio Tamburrino Punto Informatico 02/05/2012
Calabrò ammaina la bandiera della riforma del regolamento sul diritto d'autore online. Confindustria Cultura denuncia l'anarchia. Mentre sulla nomina dei nuovi vertici l'ONU chiede trasparenza.
Nel lasciare, Calabrò non si concede [5] uno sguardo completamente benevolo su quanto fatto sotto il suo mandato: il ritardo italiano nelle infrastrutture vale ancora tra l'1 e l'1,5 per cento del PIL e "malgrado il dilagante successo di Internet, l'Italia è tuttora un paese teledipendente".
Sembrano questi i fattori di principale rammarico per Calabrò: questi, insieme alla mancata approvazione del regolamento di riforma [6] sul diritto d'autore.
L'altro lato della medaglia della mancata realizzazione di questo obiettivo di Agcom e Calabrò è peraltro la vittoria altrui: la vede così, per esempio, Agorà Digitale che parla [8] di vittoria di Internet e del diritto all'informazione in Rete, ottenuto anche grazie ad "una mobilitazione storica".
"Non avremmo mai creduto - così [9] commenta il presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo - che un "uomo delle istituzioni" si lasciasse influenzare da cattivi consiglieri e dagli estremisti della rete che pretendono un web anarchico dove è possibile calpestare ogni forma di diritto". "Il Presidente Calabrò - questa [10] la reazione di Enzo Mazza di FIMI - oggi ha di fatto sancito la resa dell'Autorità, consegnando virtualmente la maglia dell'Agcom agli ultras della pirateria".
Intanto, sulla successione di Calabrò è giallo: secondo quanto riporta [11] Il Fatto Quotidiano il relatore speciale dell'ONU Frank La Rue avrebbe scritto al Governo italiano manifestando preoccupazione sulla vicenda e chiedendo una consultazione pubblica che coinvolga anche la società civile e preveda la pubblicazione dei curricula dei candidati. L'intervento dell'ONU apparirebbe davvero preoccupante [12] per l'Italia: la nomina dei nuovi vertici Agcom si trova nella stessa lista delle recenti elezioni in Senegal, della revisione della disciplina etiope anti-terrorismo e di quella relativa alla libertà di parola per minoranze e dissidenti in Israele o alla questione della libertà in paesi come Pakistan, Ungheria o Algeria.
Fonte: http://www.agoradigitale.org/agcom-bilancio-e-addio-0 [13]