di Redazione, da www.ilgiornale.it [3], 01-05-2012
Roma«Proporrò ai miei colleghi e alle più alte cariche dello Stato di dedicare all’emergenza carceraria una nuova sessione parlamentare. Dovranno essere presenti in aula i rappresentanti più significativi del governo ai quali chiederò di sottoporre al vaglio del Parlamento proposte concrete e provvedimenti immediati».
Anche il segretario del Pdl Angelino Alfano è convinto che il presidente del Senato abba «fatto bene» a porre il tema delle carceri «raccogliendo una sensibilità trasversalmente presente in tutti gli schieramenti politici e sociali». Poi indirettamente una risposta a Bersani: «Non mi sembra proprio che il presidente Schifani abbia posto un problema sul ramo del Parlamento che se ne deve occupare e nemmeno mi sembra giusto ridurre a questo un tema così rilevante». «Recupero del valore rieducativo della detenzione, pene alternative al carcere, depenalizzazione, ripensamento radicale di una carcerazione preventiva di cui si abusa oltre i limiti del tollerabile, accordi bilaterali con i Paesi di origine dei detenuti immigrati: il presidente Schifani – dice il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello – ha individuato i nodi strutturali da affrontare per dare soluzioni durature ad un’emergenza che non conosce destra e sinistra ma dovrebbe interpellare la coscienza di tutti».
Chiude invece la porta l’Italia dei valori. «Chi, come Schifani, è responsabile di aver lasciato marcire il problema carcerario avendo governato per circa nove degli ultimi undici anni, eviti ora di scaricare sul Parlamento le proprie colpe», dice Federico Palomba, capogruppo Idv in commissione Giustizia alla Camera. «Sappiamo – aggiunge – dove vuole andare a parare: il solito perdonismo, magari attraverso un indulto di cui lui ed il suo partito furono tra i principali promotori nel 2006».
D’accordo con Schifani è invece il ministro della Giustizia Paola Severino. Perch´ bisogna «sarebbe incivile far cadere nel nulla» l’emergenza carceri. «Il ddl sulle misure alternative approvato dal governo cinque mesi fa – spiega – è all’esame della commissione Giustizia della Camera. Una corsia preferenziale sarebbe il migliore dei modi per riportare il dibattito parlamentare su un’emergenza ineludibile».
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