da www.ilmattino.it [3], 16-04-2012
NAPOLI – Nelle zone della Campania inquinate dai rifiuti tossici smaltiti illegalmente (il cosiddetto triangolo della morte, ovvero la vasta area compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano) si «invecchia prima» a causa dei danni al Dna causati dall’esposizione agli inquinanti pericolosi.
È quanto dimostra un lavoro italiano appena pubblicato sulla rivista Gene da esperti della Università Federico II di Napoli e della II università di Napoli e coordinato da Bruna De Felicea, Carmine Nappi e Maurizio Guida.
Gli esperti hanno scoperto che le donne residenti nelle zone comprese tra il triangolo della morte hanno il Dna più “logoro”, o più esattamente hanno le estremità dei cromosomi (telomeri) più corte. La lunghezza dei telomeri è un parametro ormai consolidato per misurare l’età biologica di una persona. Avere telomeri corti equivale ad essere più vecchio: chi presenta questa condizione invecchia prima, si ammala di più di cancro e altre malattie.
La lunghezza dei telomeri, quindi, svela la vera età di una persona. Nel triangolo della morte è stato riscontrato negli ultimi anni un forte aumento della mortalità per cancro e anche alta frequenza di difetti congeniti. Gli esperti stavano appunto indagando su possibili cause dell’alta frequenza di difetti alla nascita e hanno confrontato il DNa di 50 donne residenti nei luoghi contaminati con quello di 50 coetanee residenti in altri luoghi.
È emerso che le prime presentano telomeri molto più corti delle altre, il che significa che, a parità di età anagrafica, le donne del triangolo della morte sono di fatto biologicamente più vecchie e a rischio malattie. Forse i difetti congeniti dei nati in questi luoghi sono a loro volta una conseguenza di ciò, spiegano i ricercatori, infatti più l’età biologica di una donna è avanzata più è alto il rischio che dia alla luce un bimbo con difetti congeniti.