66.585 detenuti, 45.742 posti letto di cui più di 5.000 inutilizzabili: 21.000 persone (non numeri, ma persone) in eccesso. Il sovraffollamento delle patrie galere resiste alla legge Alfano (dicembre 2010, detenzione domicialiare) e al più recente decreto 'salvacarceri' (così battezzato dal Governo Monti). Entrambi gli interventi, secondo il rapporto dell'Associazione Antigone stilato al termine di una serie di visite negli istituti penitenziari, possono sicuramente esser considerati di 'buon senso', ma niente di realmente 'traumatico' per il sistema, non avendo ad oggi contribuito ad accellerare il calo della popolazione carceraria.“Ci vuole altro”, dunque. Innanzitutto è necessario correggere la vera anomalia del sistema: la legge Fini-Giovanardi sulle droghe, provvedimento “ideologico, bacchettone, demagogico e anti-economia” che ha fatto finire dentro il 36% dei detenuti. In secondo luogo, ad una settimana dalla Marcia del 25 Aprile promossa dai Radicali, solo l'aministia, secondo Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone, rappresenta “l' atto su cui non si può non essere d'accordo, poiché sarebbe un gesto di riparazione rispetto a un'ingiustizia” endemica oramai della macchina giustizialista italiana. Numeri alla mano, è facile constatare come prima dell'entrata in vigore della legge Alfano i detenuti che scontavano la pena in carcere erano 67.961, cioè solamente 1.400 in più di oggi (a fronte dell riduzione di 8000 unità prevista dalla legge). Senza considerare che di questo migliaio e più di detenuti, circa 831 stranieri sono stati rilasciati negli ultimi tre mesi per l'effetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea che, nell' aprile 2011, ha dichiarato illeggittimo il realto di immgrazione clandestina. Eppure, secondo i dati presentati da Antigone, sembrerebbe che la capienza dei nostri istituti di pena sia aumentata di 2.557 posti: potere salvifico del piano carceri del Governo? No. Semplicemente più detenuti ammassati dietro le sbarre, in spazi adibiti a celle, che celle non sono: luoghi precedentemente destinati alle attività comuni, indipensabili per la vivibilità di un istituto, ora diventati metri quadri in cui stipare 'regolarmente' altre centinaia di esseri umani, un limbo di sporcizia, umidità e muffa da raschiare via prima di andare a dormire. Da qui all'ennesimo suicidio il passo è breve: nel primo trimestre del 2012 sono morti in carcere 35 detenuti. Diciassette di questi si sono uccisi.
agenziaradicale.com link alla notizia: tinyurl.com/ce8lwle [3]
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/607/antigone-ci-vuole-altro-per-salvare-le-carceri [4]