Oltre che per la sua indubbia competenza e per l’altissimo profilo istituzionale, riconosciuto anche – se non soprattutto – al di fuori dei nostri confini, per Emma Bonino potrebbe essere l’occasione giusta per il grande salto. Orientamento espresso dallo stesso Napolitano, all’atto dell’annuncio della propria rinuncia a ricandidarsi, sarebbe quello di essere succeduto da una donna.
Per l’attuale vicepresidente del Senato, nonché ex commissaria europea che ha lavorato fianco a fianco proprio con l’attuale Presidente del Consiglio, si tratta di un ritorno di fiamma verso il Quirinale, dato che una prima scalata al Colle fu tentatà già nel 1999. Marco Pannella ha spesso ricordato la vicenda della candidatura di Emma Bonino, accusando la partitocrazia di averla messa due volte da parte, preferendole rispettivamente Romano Prodi – alla guida della Commissione Europea – e Carlo Azeglio Ciampi, eletto Presidente della Repubblica dal Parlamento, nonostante l’orientamento maggioritario dei cittadini fosse appannaggio di Emma Bonino.
A fornire tali stime, furono svariati sondaggi, in particolare quello dell’autorevole istituto Swg di Trieste che arrivò non molto dopo l’exploit dei radicali alle elezioni europee, dove il movimento andò vicino alla doppia cifra di consensi. L’istituto demoscopico rivolse ai cittadini, nel 1999, la seguente domanda: “Lei, come presidente della Repubblica, chi eleggerebbe?”. Il 31% degli interpellati rispose Emma Bonino, la più “votata” con oltre 10 punti di vantaggio su Ciampi, poi prescelto nel “Palazzo” sebbene con la consapevolezza che egli fosse stato nominato a garanzia dei partiti, che dunque potevano avere una certa influenza sulle scelte presidenziali. Anche secondo altri istituti di rilevazione delle opinioni, Emma Bonino sarebbe stata la prescelta da un eventuale suffragio esteso ai cittadini. In un ipotetico ballottaggio con Ciampi, secondo Abacus, Emma Bonino avrebbe prevalso sull’ex Governatore di Bankitalia, con un risultato di 47% contro 43%. Tutti risultati confermati anche da altri sondaggisti, tra cui Datamedia e Unicab, che rivelò come la Bonino avrebbe, almeno nei gusti degli italiani, battuto ogni altro candidato in eventuali ballottaggi per il Quirinale.
Anche secondo Gianpaolo Fabris, della facoltà di Comunicazione a Milano, Emma Bonino sarebbe stata – e forse sarebbe ancora – il presidente adatto per gli italiani. Così il politologo Gianfranco Pasquino, commentando la figura di Emma Bonino, individuata da tutti i sondaggi come la “prescelta dagli italiani”. “Non una donna in politica, ma una donna politica. Politica significa rompere gli schemi, costruire consenso sociale, assumersi responsabilità. Una donna politica conosce la politica, non la disprezza e non la esalta. Tiene conto dei suoi limiti e cerca di forzarli e di oltrepassarli. Per questo si impegna, a prescindere dalle facilitazioni di carriera”. Pasquino poi aggiunse che: “Come qualsiasi lettore avrà immediatamente capito, ho delineato l’identikit di Emma Bonino. Nelle stesse ore anche Giuliano Amato l’aveva candidata per la presidenza della Repubblica”. Riprendendo l’opinione del settimanale “Economist” che la indicava come l’unica esponente politica dotata di quelle virtù “che servono per guidare l’Italia nella difficile fase che sta attraversando”. Emma Bonino sarebbe ancora oggi la soluzione giusta, dato che in questi anni il suo profilo istituzionale, la sua esperienza e le sue competenze, sono ulteriormente cresciute. Dunque, oggi come allora, contro il regime partitocratico non resta che esclamare, auspicandolo, “Emma for President!“.
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