In occasione della ricorrenza dell’occupazione cinese del Tibet, così dichiarano Alessandro Rosasco (del Comitato nazionale di Radicali Italiani) e Susanna Mazzucchelli (Segretaria dell’Associazione “Radicali Genova”): “Da oggi il Comune di Genova espone nel cortile di Palazzo Tursi – per una settimana – la bandiera del Tibet in segno di solidarietà con il Paese delle nevi. L’occasione è l’anniversario del 10 marzo 1959, data in cui si ricorda in tutto il mondo l’occupazione cinese del Tibet e l’esilio del Dalai Lama in India. Un’iniziativa che sarà ripetuta in molte regioni e città italiane per non dimenticare un popolo che da più di 50 anni lotta con le armi della nonviolenza per la propria autonomia. Genova ha aderito a questa mobilitazione internazionale grazie all’adozione di un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale”. “Come Radicali, da sempre impegnati per la causa tibetana e a sostegno dei movimenti democratici cinesi, non possiamo non essere grati alla civica amministrazione per un gesto che non costituisce solo un simbolo, ma rappresenta un appello ai governi affinché prendano a cuore il destino di un popolo troppo spesso dimenticato in favore di accordi commerciali con la grande potenza cinese. Esporre quella bandiera, in Tibet, può comportare la pena di morte e per questo è importante che noi, con la nostra libertà, scegliamo di esporla per esprimere con forza il nostro impegno a favore dei diritti umani e civili. Proprio nella giornata di ieri una donna tibetana di 32 anni e madre di quattro figli ha deciso di darsi fuoco come segno di protesta contro la repressione cinese divenendo la 23esima “torcia umana” dall’inizio dell’anno. Per interrompere questo ciclo di morti e di violenza il nostro dovere è quello di non tacere e scegliere da che parte stare”. “La storia dell’occupazione del Tibet è metafora del paradosso tra ciò che la società contemporanea afferma e quello che tollera e accetta: il fatto che diritti umani vengano sanciti ma non sempre tutelati. Nell’era della globalizzazione non possiamo accettare che proprio i diritti non siano ovunque riconosciuti e rispettati; dovunque si violino i diritti, bisogna riaffermarli”, concludono Alessandro Rosasco e Susanna Mazzucchelli. Albengacorsara.it
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