Con 29 sì e 5 no è stata approvata a San Pietroburgo una legge che prevede l’eliminazione di quella che i suoi propositori hanno chiamato “propaganda” dell’omosessualità. La legge dopo aver definito la “propaganda” come la “diffusione mirata e senza freni di informazioni in grado di mettere a repentaglio la salute e lo sviluppo morale e spirituale dei minori, incluse quelle che potrebbero creare un’immagine distorta dell’equivalenza sociale fra relazioni coniugali tradizionali e non”, mette al bando tutte quelle “azioni pubbliche, volte alla promozione della sodomia, del lesbismo, della bisessualità e del ‘transgenderismo’ tra i minori”, che verranno inoltre punite con multe fino a 17mila dollari. La decisione di San Pietroburgo ha contagiato anche altre città intenzionate ad adottare misure simili, seminando così non poche preoccupazioni tra i gruppi gay del paese che ora temono che le loro attività possano essere bloccate. Oggetto delle accuse sarebbero proprio i gruppi a sostegno dei diritti degli omosessuali ultimamente particolarmente impegnati a far convergere l’attenzione sul tema, soprattutto nelle città di San Pietroburgo e Mosca. Non a caso la suddetta misura, infatti, è suonata a molti come una dichiarazione di guerra contro l’operato degli attivisti, oltre che “una dichiarazione della sovranità morale della Russia” come l’ha definita Vitaly V. Milonov, uno dei principali pianificatori della legge nonché accanito sostenitore della chiesa ortodossa di Russia. Dopo aver definito l’omosessualità una “perversione”, Milonov ha puntato il dito contro gli attivisti per i diritti umani, rei, a suo avviso, di aver condotto una campagna di conversione tra i bambini russi con l’appoggio dei governi occidentali. La legge sarebbe per Igor Kochetkov, capo della rete LGBT russa con sede a San Pietroburgo una vera e propria “assurdità” tanto quanto lo sarebbe “voler spengere la luce del sole”: “si può adottare una legge” in tal senso, spiega ancora Kochetkov, ma nessuno “avrebbe l’abilità di metterla in atto”. Allo stesso modo “anche se qualcuno lo volesse, nessuno tipo di propaganda sarebbe in grado di trasformare un eterosessuale in gay”, afferma lo stesso. Secondo il “New York Times”, l’omosessualità è al centro del dibattito pubblico in Russia solamente da qualche anno. Nonostante, infatti, la legge che puniva le relazioni tra uomini con il carcere fosse stata abrogata nel 1993, il tema dell’omosessualità ha costituito per tanto tempo (e forse lo è tuttora) un vero e proprio tabù.
agenziaradicale.com: tinyurl.com/72ydco7 [3]
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/542/russia-gay-san-pietroburgo-fa-fuori-la-propaganda [4]