NAPOLI – Tecnicamente sono competenze, in realtà si tratta di gettoni collegati alle presenze nei Consigli comunali e nelle commissioni. Gli eletti del popolo, i consiglieri comunali non hanno una sorta di stipendio come il sindaco e la sua squadra. Vengono pagati in rapporto a lavoro svolto, una specie di cottimo. Per i 45 dell’assemblea cittadina il gettone ammonta a 97,61 euro lordi. Nella sostanza se non si partecipa il gettone non lo si percepisce. La media delle presenze per mese fa arrivare a 1400 euro lordi le competenze dei consiglieri, circa 1100 euro netti. Dati pubbliocati sul sito del Comune come quelle dei manager delle 17 aziende partecipate. Costo complessivo 1,3 milioni di euro. Il più pagato è l’amministratore unico dell’Anm Renzo Brunetti con 120mila euro.
ECCO LA SCHEDA CON LE INDENNITA’ DI CONSIGLIERI E MANAGER [3]
Stipnendi relativi all’anno 2011 e Brunetti si è insediato a settembre. Torniamo ai consiglieri comunali e alla classifica dei 45. Il top in materia è David Lebro con 10mila 740 euro. La media delle performance è invece di 8000 euro, non male, anzi. Gli 878 euro del capo dell’opposizione Gianni Lettieri lo collocano all’ultimo posto in questa graduatoria. Quello che viene fuori è – comunque la si voglia inquadrare come questione – è che il consigliere comunale davvero viene pagato poco. Deve (o dovrebbe) svolgere la sua funzione di eletto del popolo come una sorta di missione altrimenti se pensa ai soldi l’umore si abbassa pericolosamente.
Le casse del Comune storicamente vuote non consentono voli pindarici meno che meno sul fronte dei rimborsi spese e dei benefit. C’è stata una stagione più o meno recente nella quale la pochezza del gettone veniva compensata con fondi che arrivavano ai gruppi. Quindi in qualche modo si recuperava. Ora non è così. I consiglieri comunali di Napoli hanno il solo telefonino di servizio per altro contingentato. Nel senso che hanno una quota mensile che possono spendere in telefonate. Se la si supera la differenza il consigliere la deve pagare di tasca propria.
Ma stanno davvero poi così male gli eletti del popolo? Bisogna raccontare almeno un altro paio di cose. La legge prevede per l’eletto il rimborso totale da parte dell’ente dello stipendio che percepiva da lavoratore. Cosa significa? Che se uno fa il medico o l’operaio e si deve dedicare per i prossimi 5 anni alla politica potrà farlo nella consapevolezza che quanto guadagnava prima gli verrà rimborsato per intero.
Oltre – naturalmente ai gettoni di presenza. Una legge nobile che in passata è stata diciamo così aggirata. E questa è la seconda cosa. Ci sono stati casi – più di uno – di eletti che prima di mettere piede in un’aula consiliare erano dei disoccupati, un minuto dopo risultavano assunti con mansioni verticistiche e quindi con stipendio adeguato e completamente rimborsato. La magistratura ha acceso i riflettori per lunghi anni sulla vicenda, c’è stato pure un processo che ha visto coinvolto soprattutto consiglieri di municipalità, che però alla fine è terminato – causa prescrizione, indulti o amnistie – in un nulla di fatto. Ci sono state solo un paio di condanne lievi.
Questo il quadro del Consiglio comunale di Napoli. Quanto all’anagrafe degli eletti dalla quale si possono evincere i dati c’è da dire che è carente di informazioni. Almeno rispetto allo spirito con la quale è stata varata dal Parlamento. Non ci sono allegati i 730 ma soprattutto non ci sono eventuali partecipazioni in società. Un tema che fa rima con conflitto di interesse. Ma c’è tempo per rimediare, siamo solo all’inizio della consiliatura.
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