di GIUSEPPE RIPPA, da “Agenzia Radicale”, 23-02-2012
Il nostro compagno, amico fraterno Maurizio Mottola è morto. È una notizia terribile e imprevedibile. Napoletano, 60 anni, psichiatra e psicoterapeuta, giornalista pubblicista collaboratore di Agenzia Radicale e Quaderni Radicali, così si presentava: ” … si occupa da tempo del rapporto tra realtà e rappresentazione della stessa, cercando le modalità più efficacemente espressive della paradossalità della condizione umana, nella quale l’individuo si sforza incessantemente di trovare un senso oggettivo delle cose, rimanendo poi ogni volta con il solitario e personale senso della realtà, ineluttabilmente non oggettivo ed al massimo condivisibile con altri”.
Conoscevo Maurizio da più di 45 anni. Eravamo nella stessa scuola, l’istituto dei padri Barnabiti, quel Collegio “Bianchi” di piazza Montesanto, in quel popoloso quartiere di Napoli dove il palazzo, attiguo alla chiesa di S. Maria di Montesanto, ha una facciata quasi anonima che nasconde la maestosità e l’armonia interna della costruzione. Eravamo in quella scuola già dalle elementari. Io ero un anno avanti essendo più grande di lui appunto di un anno, ma ci conoscevamo tutti, considerando anche l’attività di convitto e semiconvitto che finiva per metterci in contatto anche se frequentavamo classi diverse.
Finita la scuola l’Università ci divide in facoltà diverse, ma è l’impegno culturale e politico per i diritti umani e civili che ci ricongiunge. Un momento significativo è la prima manifestazione dei radicali di Napoli, al teatro Augusteo, promossa nel dicembre del 1973 per il lancio della campagna per il referendum per il divorzio. Maurizio arrivò presto e il primo gesto fu, dopo esserci abbracciati, quello di strapparmi una parte dei volantini e iniziare la distribuzione alla gente che arrivava numerosa, molto più di quanto la più rosea previsione lasciava prevedere. Marco Pannella, Loris Fortuna, Adele Faccio, Massimo Caprara più l’allora giovane assessore comunale Luigi Buccico che mi aveva aiutato facendo da garante con la proprietà del teatro, erano gli oratori e migliaia erano i cittadini che partecipavano all’evento che apriva la strada alla stagione dei diritti civili anche al Sud.
Bisognava inventare un’organizzazione per rispondere a quella domanda così forte. Trovammo in un negozio vicino al teatro una decina di scatole di scarpe che divennero i salvadanai in cui raccogliemmo tutti i soldini che servivano per pagare il teatro. Io salii sul palco, Maurizio organizzò gli altri sparuti militanti a girare tra il pubblico con le scatole.
Un successo enorme, e la parte più divertente fu contare le monetine che avevamo raccolto come autofinanziamento. Erano tutte 50 e 100 lire ma non mancavano anche le piccole dorate 200 lire e parecchie 20 lire. Ci eravamo seduti sulle scale in alto e mettemmo i soldi in un angolo fino a che fu raggiunta la cifra per pagare il teatro …. Ma la parte più eccitante fu che rimanevano almeno altre 200mila lire per proseguire la battaglia. Facemmo la gioia del bar e del tabaccaio della piazzetta Augusteo che ci cambiarono le monete in soldi di carta. Pagammo l’amministrazione e seduta stante Maurizio divenne il provvisorio tesoriere dei restanti soldi. “Appuntamento a domattina per organizzare il prosieguo della campagna e per andare in tipografia per stampare un po’ di materiale …”.
Il referendum non era stato ancora indetto ma noi eravamo già pronti alla battaglia … Da quel 1973 non ci siamo mai più persi. Tutte le battaglie radicali hanno segnato la nostra amicizia. Fondai Quaderni Radicali e lui è stato uno dei primi con me, e poi tante e tante cose fino a fissare un rapporto costante e ricco di speranze di cambiamento che il tempo non aveva attenuato nei nostri cuori.
Valeria, che poi diventerà mia moglie e Claudia la sua, erano ovviamente due militanti radicali come noi, e poi tante e tante riunioni, il mio trasferimento a Roma, le cene del lunedì quando tornavo, la puntualità, quasi ossessiva, con cui preparava i suoi articoli, le sue interviste, i materiali per le sue rubriche di Medicina e Psichiatria per Agenzia Radicale e i suoi saggi per la rivista che è il nostro orgoglio, Quaderni Radicali fino alle sue ultime ore.
L’ultimo suo messaggio il 19 febbraio: “Appena inviatoti articolo … Buona domenica …”. Poi tutto precipita. Lunedì mi chiama Marcello, suo figlio e mi dice che è in sala operatoria per un drammatico intervento … Poi la morte ingiusta e insospettabile nella notte di mercoledì 22 febbraio …
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