da “Cronache di Napoli”, 22 febbraio 2012
Napoli L’espolsione si verifico’durante la notte e fu a dir poco apocalittica. Le fiamme ed il fumo che si alzarono dalle cisterne di carburante furono visibili per settimane da ogni angolo della citta’. Si tratto’ di un tentativo di furto, che porto’ a diverse vittime e che proietto’ Napoli nell’inferno. Erano gli anni 80 e la citta’ pago’ un dazio pesantissimo: ad andare in fiamme dei silos di carburante della raffineria in via Argine, strada a cavsallo tra Ponticelli e S. Giovanni a Teduccio. L’aria che ancora attende interventi per la bonifica e il riutilizzo e’ stata pero’ nuovamente occupata da un gruppo di rom, che vi si sono insediati con un accampamento.Tutto cio’, proprio in un periodo in cui, la polizia municipale ha aumentato gli interventi di monitoraggio nei campi della citta’. Lunedi’ scorso era toccato agli insediamenti a via Marina al parco Marinella e a quello di S. Pietro a Patierno. Circa 150 agenti di polizia municipale hanno fatto irruzione sequestrando tonnellate di materiale di risulta e cercando di censire i presenti nei campi. Ma sembra sia diventato difficile o addirittura impossibile tenere la conta delle presenze nei campi rom poiche’ stanno “spuntando” un po’ in ogni angolo della citta’. E’ appunto il caso appena descritto, quello di Ponticelli, dove una volta si trovavano i sebatoi della raffineria, e per anni hanno regnato quello che rimaneva dell’incendio. Poi l’inizio dello smantellamento degli “scheletri” di ferro, la dimenticanza, le speranze per il recupero del territorio tramite una bonifica. Speranze restate tali, poiche’ al posto di quella spianata, in questi giorni ha trovato spazio un’altro campo rom. Si potrebbe trattare di coloro che sono “scappati” dall’insediamento di viale Maddalena, dopo l’incendio che lo ha interessato e che hanno trovato posto a Ponticelli. La certezza, pero’, sara’ data dalle forze dell’ordine: non e’ detto che nei prossimi giorni non possano recarsi nel nuovo insediamento per monitorare l’aeia. Un nuovo problema, dunque, per i vertici della sesta municipalita’ di Napoli che si troveranno a fare i conti con un nuovo campo sul territorio. Tornando all’operazione di lunedi’ scorso, le tonnellate di mercanzie sequestrate sono state immediatamente distrutte dai compattori dell’Asia, presenti sul posto, per evitare qualsiasi forma di recupero. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro i mezzi utilizzati come ricettacoli di spazzatura: sotto chiave 524 carrozzini, 45 motocarri Ape, 97 veicoli trovati senza targhe, documenti e copertura assicurativa, 12 autovetture risultate rubate, e migliaia di pezzi d’auto di dubbia provenienza. Impressionanti sono le condizioni igieniche sanitarie riscontrate dagli uomini delle forze dell’ordine impegnati nell’operazione, le baracche fatte di lamiere e oggetti di scarto, tra cumuli di rifiuti e totale degrado, erano infestate da topi e sommerse di fango
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