
Nella giornata di ieri una delegazione dell'associazione radicale per la Grande Napoli, accompagnata dall'onorevole Alfonso Papa - iscritto a sua volta dell'associazione - ha effettuato una visita ispettiva all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Al termine del giro ispettivo, abbiamo raccolto le impressioni del presidente dell'associazione per la Grande Napoli, Luigi Mazzotta - membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani - e dell'onorevole Alfonso Papa (Pdl).
Entrambi gli interlocutori hanno confermato una realtà già tristemente nota ai tanti cittadini che seguono l'evolversi del perenne stato di illegalità, imperante nelle carceri italiane. Mazzotta ha rilevato gli aspetti positivi della visita, ovvero il poter denunciare una realtà che conferma quanto i radicali stanno cercando di comunicare al resto del paese. Il caso di Santa Maria Capua Vetere può considerarsi un paradigma del degrado carcerario italiano. Qui infatti è possibile rilevare ogni forma di disfunzione del sistema. Dal sovraffollamento alla fatiscenza, dalla carenza cronica di risorse fino a problematiche del tutto fuori dall'immaginazione di chi non vede coi propri occhi certe aberrazioni. A buon peso, Santa Maria Capua Vetere conferma - qualora fosse necessario - l'inutilità del decreto Severino, per tutti noto in maniera fuorviante come "svuota carceri".
Partiamo dal primo punto, il sovraffollamento. Così Luigi Mazzotta: "La visita di stamane effettuata in compagnia dell'O. Papa ed Elio De Rosa della ass. Legalita' e trasparenza di Caserta presso l'istituto penitenziario di S.M.Capua Vetere e' stata molto positiva dal punto di vista dell'accertamento relativo al sovraffollamento dei detenuti. I dati ci hanno reso ragione nel ritenere che in questo ultimo periodo, in questo carcere si sono verificati aumenti sproporzionati ed abbiamo potuto verificare una situazione che supera i limiti di tollerabilita' in materia di rispetto della dignità umana." Papa rincara la dose, snocciolando dati a dir poco allarmanti: "Su una capienza complessiva di 521 posti, qui ci sono 952 persone ristrette - 190 stranieri - in celle fino a 9 persone in 20 metri quadri". La carenza di risorse viene evidenziata sempre da Papa, che ha spiegato: "Recentemente è stato ritinteggiato un padiglione, nel tentativo di renderlo un po' meno invivibile. Data la scarsità di risorse, i dipendenti della struttura hanno speso 50 euro a testa di tasca propria".
Lo stato d'abbandono in cui versa questo penitenziario è stato più volte denunciato dagli stessi operatori che lavorano al suo interno, ma dal Dap finora non sono giunte risposte. Personale insufficiente e mezzi obsoleti, con in più la difficoltà a rifornire di carburante gli automezzi. Il fallimento del decreto Severino, oltre all'ennesima dimostrazione di abusi nell'uso della carcerazione preventiva, è palese seguendo il ragionamento proposto da Papa. "Lei sa quanti detenuti a Santa Maria usufruiranno del decreto Severino? Zero. Il motivo sta nel fatto che il 70% di detenuti è in attesa di giudizio definitivo, mentre per beneficiare dello "svuota carceri" occorre essere condannati con sentenza passata in giudicato". Poi, ha aggiunto Papa: "Il turbamento è palpabile non solo fra i detenuti, ma anche tra gli agenti. Essi sono ancora scottati dall'ultimo caso di suicidio di un collega, avvenuto a Rebibbia. Per uscire dall'illegalità non servono provvedimenti tampone ma un'amnistia come base su cui poggiare la riforma della giustizia". Problematiche aggiuntive per i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, sono date dalla sua attiguità rispetto al sito di stoccaggio di San Tammaro. D'estate l'aria diventa irrespirabile e oltre al cattivo odore, i detenuti sono esposti a contaminazione da scorie.
Mazzotta ha così chiosato:" Questo carcere è una discarica sociale su una discarica ambientale, un luogo da girone dantesco che come il carcere di Poggioreale andrebbe definitivamente chiuso". Come se non bastassero tutti questi dati, Papa ci informa che perfino l'acqua può diventare un lusso da queste parti. "Non esiste un rifornimento idrico attraverso tubature. L'acqua viene estratta da pozzi artesiani, purificata e dolcificata prima di essere data ai detenuti. D'estate, in periodi in cui i pozzi sono secchi, qui manca l'acqua sia per bere che per lavarsi". Insomma, a Santa Maria Capua Vetere la dignità dei cittadini detenuti è un fastidioso optional, al punto che non sarebbe fuori luogo affiggere all'ingresso della struttura, il celeberrimo monito dantesco: "Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate". (Epressonline)
http://www.detenutoignoto.com/2012/02/radicali-visita-al-carcere-smaria-capua.html
19 Febbraio, 2012 - 15:28
Fonte: http://www.detenutoignoto.com/2012/02/radicali-visita-al-carcere-smaria-capua.html [4]