di Mario Di Vito, da www.eilmensile.it, 14 febbraio 2012
Nei giorni bui e tempestosi del provvedimento “svuota carceri” (o “salva carceri” come l’ha definito il ministro alla giustizia Paola Severino), il governo Monti si gioca una fetta sostanziosa della sua tenuta parlamentare: alla Camera, per decidere sul voto di fiducia, l’emorragia di consensi ha toccato quota 49 deputati, per una legge che ha finito, comunque, per scontentare tutti. Se, infatti, da una parte si è formato l’asse, insolito ma solo fino a un certo punto, Idv-Lega-Associazioni di polizia, dall’altro i soli Radicali si sono mostrati veramente sensibili all’argomento dei diritti umani in carcere. Così, Polizia Nuova definisce lo “svuota carceri” come “Una sconfitta per lo stato”, mentre per Pannella e i suoi, la misura voluta dalla Severino non è abbastanza incisiva. In mezzo alla polemica, c’è la voce dell’Associazione Antigone, da sempre impegnata nella lotta per i diritti e le garanzie nel sistema penale italiano. È proprio mentre si attende il voto finale della Camera sul provvedimento, abbiamo deciso di discutere di prigione e prigionieri con Patrizio Gonnella, presidente proprio di Antigone.
Lo “svuota-carceri” sta facendo discutere, e pure parecchio. Antigone è sulla stessa linea dei Radicali che lo ritengono “non risolutivo”?
“Prima di tutto va sottolineato che registriamo un’inversione di tendenza molto importante, soprattutto dal punto di vista culturale. Il messaggio che lo svuota-carceri vuole far passare è inequivocabilmente diverso rispetto al passato. Eravamo abituati a parole dure sui diritti dei detenuti. Adesso, almeno, se ne discute”.
Però…
“Però, guardando al contenuto del provvedimento, non si tratta sicuramente di misure risolutive, ma almeno viene assunta la consapevolezza di diversi problemi, dal sovraffollamento alle terribili condizioni degli Opg”.
Che risultati avremo?
“Si fermerà la crescita della popolazione carceraria. Attualmente in Italia, le prigioni ospitano 67mila persone al fronte di 45mila posti letto”.
È una stima al rialzo.
“È vero, i posti letto in realtà sono molti meno, diverse sezioni di molte carceri italiani sono chiuse, diciamo che i carcerati sono il doppio rispetto ai posti a disposizione. Il problema è che non ci sono soldi per la manutenzione, per questo molte situazioni son al limite”.
In questi giorni si è parlato molto del VI braccio di Regina Coeli a Roma, con due detenuti che sono stati ricoverati per il freddo.
“Ecco, il VI braccio di Regina Coeli è un po’ la metafora di questo paese. C’è chi sta molto bene e chi, invece, molto male… Vedremo come andrà a finire. Il problema è anche nella discussione, per dire, le obiezioni che fa Marco Travaglio, o anche l’Italia dei Valori, sono pura demagogia nella loro durezza. È così che partiti di destra e partiti che si dicono di sinistra si sono uniti in un abbraccio securitario”.
Di Pietro, in effetti, è tra i più forti critici dello “svuota-carceri”.
“Lui usa un linguaggio intollerante quando parla di questi argomenti. Su questo, Di Pietro non è affatto di sinistra, nemmeno a parole. I Radicali, invece, vogliono sottolineare che il provvedimento non è risolutivo. Loro, un po’ mediaticamente, puntano all’amnistia, ma io, oggi come oggi, non vedo grandi margini di manovra politica in questo senso. Per risolvere il problema delle carceri, bisognerebbe mettere mano in modo organico al Codice penale, soprattutto alle ultime leggi su droga e immigrazione”.
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