di Ciro Crescentini, da “Cronache di Napoli”, 10-02-2012
L’ Articolo 18 è un falso problema. La norma dello Statuto dei lavoratori che protegge i lavoratori dai licenziamenti senza giusta causa o per discriminazione, non è vero che frena la crescita, scoraggia gli investimenti delle aziende, allontana l’Italia da quelli esteri. I dati forniti dai tribunali e da autorevoli istituti economici smentiscono coloro che intendono abolire la normativa-totem: Ogni anno in Italia in media appena 300-500 lavoratori licenziati senza giusta causa o per discriminazione ricorrono al giudice del lavoro richiedendo il reintegro sul posto di lavoro ai sensi dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori; solo 150 lavoratori ottengono il reintegro. Nella nostra Regione nel triennio 2008 - 2011, soltanto 30 lavoratori licenziati hanno chiesto alle sezioni lavoro dei tribunali il reintegro ai sensi dell’articolo 18 di cui 12 a Napoli e 8 a Caserta. E le cause di lavoro sono ancora in corso. L’anno scorso, invece, in Campania (nonostante l’articolo 18) sono stati sono stati licenziati, ‘senza se e senza ma’,oltre 80 mila lavoratori(56 mila a Napoli e Provincia, 4 mila a Caserta e provincia) e oltre 500 lavoratori con contratto a progetto. Dunque, la norma dello Statuto dei lavoratori è uno specchietto per le allodole quando, in realtà, c’è ben altro a cui pensare. Ben altri sono i fattori che frenano le ‘vere’ aziende ad investire in Italia e nel Meridione. Mancano nell’ordine: la certezza delle norme, la semplificazione, i tempi rapidi per un insediamento industriale, i tempi burocratici che dovrebbero tendere a zero, una giustizia civile che non funziona affatto. Tante le norme che aiutano gli imprenditori di ‘facciata’ e legittimano la precarietà. Nel 2011, circa 20 mila giovani lavoratori napoletani e 1500 casertani hanno stipulato contratti precari, costretti ad una “politonia” (non monotonia) di incarichi, attività, inattività non volontaria, colloqui presso le agenzie interinali, oppure questo o quel collettore di clientela. L’attuale legislazione permette di utilizzare il lavoro dei giovani senza garantire loro stabilità, tutele e certezze. L’elenco dei contratti atipici introdotti e tuttora vigenti della cosiddetta legge Biagi è lunghissimo. Arriva quasi a quota cinquanta. I più conosciuti? Il contratto di inserimento per chi ha tra i 18 e i 29 anni ha durata massima di 18 mesi, con formazione rimessa completamente alla discrezionalità del datore di lavoro, e viene stipulato sulla base di un indefinito progetto individuale di inserimento per l’adattamento o adeguamento delle competenze professionali possedute al contesto lavorativo. Il lavoratore, può essere sotto- inquadrato fino a ben due livelli, con conseguente abbattimento della retribuzione e contribuzione rispetto alla qualità e quantità di lavoro prestato; la somministrazione di lavoro è un contratto con il quale l’agenzia interinale si impegna nei confronti di un’azienda a inviare uno o più lavoratori subordinati assunti dalla prima per svolgere la propria attività a favore della seconda. I lavoratori ‘somministrati’, in quanto dipendenti dell’agenzia, non vengono computati nell’organico dell’utilizzatore; il contratto a termine, invece, nel momento in cui nasce ha già inclusa la lettera di licenziamento, può essere più volte prorogato e avere una durata fino a trentasei mesi; il contratto a progetto prevede un livello di tutela per il lavoratore vicino allo zero. In caso di gravidanza, malattia e infortunio il rapporto di collaborazione rimane sospeso, senza erogazione del corrispettivo salariale.
Scheda: Articolo 18, i numeri del ‘totem’
- Ogni anno in Italia in media 300-500 lavoratori licenziati senza giusta causa o per discriminazione ricorrono al giudice del lavoro richiedendo il reintegro sul posto di lavoro ai sensi dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori:
- Solo 150 lavoratori ottengono il reintegro.
- In Campania nel periodo 2008 - 2011, 30 lavoratori licenziati hanno chiesto il reintegro ai sensi dell’articolo 18(12 a Napoli, 8 a Caserta)
- Nel 2011 in Campania sono stati licenziati oltre 80 mila lavoratori(56 mila a Napoli e Provincia, 4 mila a Caserta e provincia)
- 1.400 gli ex dipendenti di aziende di telecomunicazione licenziati perché non tutelati dalla cassa integrazione(800 provincia di Napoli, 300 provincia di Caserta)
- In Campania per 377 lavoratori interinali e 400 lavoratori con contratto a progetto non è stato confermato il contratto e quindi licenziati
- In Campania ogni anno 2500 lavoratori ( 600 a Napoli, 250 a Caserta-Santa Maria Capua Vetere) ricorrono al tribunale del lavoro per demansionamenti, danno biologico, riconoscimento della qualifica, corresponsione di differenze retribuite
- La durata media di una causa di lavoro a Napoli e Caserta: 6 anni tra il primo e il secondo grado di giudizio(ben 205 giorni intercorrono dal giorno del deposito della domanda giudiziale allos volgimento della prima udienza)
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