Sono tutti uguali, tutti brutti, sporchi, cattivi e, sopratutto, tutti ladri: sono “i politici della Casta, tutti, nessuno escluso” che mangiano e ingrassano alle spalle del popolo tutto che paga tutte le tasse e fa solo sacrifici. E' cavalcando la rabbia popolare, probabilmente, che si vende di più, surfando sull'onda dell'indignazione e regalando al “popolino” quel contentino della ragione, motore per levarsi di tasca quei pochi euro per i giornali di gossip politico: SPQR, Sono Porci Questi Rotocalchi (politici)? A pochi giorni dallo scandalo del senatore Lusi, reo di essersi intascato 13 milioni di euro dai rimborsi elettorali dell'”inconsapevole” Margherita, il settimanale Panorama anticipa uno scoop che di sensazionale non ha granchè: anche nei Radicali, che tanto rompono le scatole con questa banalità del rispetto delle regole democratiche, con queste fantasie sulla partitocrazia e con queste panzane sulla legalità, c'è il marcio vero. Restando nei luoghi comuni, non è far “l'avvocato del diavolo” ma semplicemente si cerca di “dare a Cesare quel che è di Cesare”; la notizia è la condanna in via definitiva a 10 mesi di reclusione per l'ex tesoriere radicale Pasquale Quinto detto Danilo, per appropriazione indebita aggravata e continuata: multe, bollette, centri benessere, ristoranti, hotel, ricchi premi e cotillons, tutte spese personali che Quinto iscriveva amabilmente nel bilancio dei Radicali come sopravvenienze passive. Anche i Radicali, dunque, sono “inconsapevoli” truffati dal bellimbusto ladruncolo? Anche i Radicali, dunque, sono come la Margherita, come il Pd, come il Pdl: gente che acconsente l'arricchimento dei pochi girando la testa dall'altra parte? Non esattamente, la differenza tra il caso Quinto ed il caso Lusi sta tutta nell'attenzione: “il nostro caso” afferma il deputato e tesoriere Radicale Maurizio Turco “è l'unico nella storia della Repubblica che ha visto arrivare prima il partito della magistratura. Noi abbiamo controllato, appurato, denunciato” cosa che, almeno nel caso Lusi-Margherita non solo non è stata fatta, ma l'indagine della procura di Roma è arrivata come il classico fulmine a ciel sereno. Da non credere, visto che parliamo di ammanchi di 13 milioni in due anni, di fondi pubblici, non di coriandoli. Più “modestamente”, i denari indebitamente sottratti dalle casse del Partito Radicale dall'ex tesoriere erano frutto di autofinanziamento, non rimborsi elettorali come nel “affaire Lusi”: il Partito, inoltre, ha già avanzato richiesta di risarcimento per 230mila euro. Sono in molti ad affermare che quella di Turco è una difesa “lacunosa” e che i bilanci radicali sono e restano “opachi”, visto che la vicenda esce fuori solo adesso (l'addio di Quinto ai Radicali è del 2005): certo non è un problema dei Radicali se i media e Panorama si accorgono di una sentenza definitiva passata in giudicato da settimane, su fatti vecchi di anni, e dopo due gradi di giudizio. Siamo di fronte all'evidenza che, in Italia, il prendere lucciole per lanterne è divenuto sport nazionale su giornali e periodici: prima la fiducia al Governo Berlusconi, poi il caso Cosentino, oggi siamo ai tesorieri arraffoni. Probabilmente la prossima mossa dell'”informazione partitocratica” sarà quella di accusare i Radicali di sacrifici umani, ma anche in questo caso l'informazione italiana arriverà con colpevole ritardo: dopo Rutelli (oggi Api), Quinto (oggi all'Osservatore Romano) e Capezzone (oggi al Pdl), i Radicali di sacrifici umani ne hanno fatti già abbastanza. Agenzia Radicale link alla notizia: tinyurl.com/78pcwpv [3]
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/512/caso-quinto-disinformatia-sui-radicali-prosegue [4]