L’Unione Europea ha firmato l’appoggio all’ACTA meglio conosciuta come Anti-Counterfeiting Trade Agreement cioè una sorta di accordo internazionale contro la pirateria. Firma che ha fatto storcere il naso perché l’ACTA si muoverebbe più o meno nella stessa direzione della SOPA [3] perché secondo qualcuno metterebbe in secondo piano la libertà della rete a favore della protezione di diritti d’autore. Tuttavia la firma in appoggio a ACTA non crea per il momento nessun vincolo, ma rappresenta solo un primo passo verso un percorso ancora non ben definito per tentare di salvaguardare in qualche modo i diritti d’autore.
Le polemiche non si sono fatte comunque attendere, Agorà Digitale [4] che da sempre sosteneva la pericolosità di ACTA ha lanciato pesanti accuse verso l’Unione Europea.
Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale afferma infatti al riguardo:
È urgente che le diverse mobilitazioni nazionali come quella italiana contro l’emendamento Fava e quella americana contro SOPA e PIPA si uniscano contro il liberticida trattato ACTA che avrà un impatto negativo sulla libertà di espressione, l’accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza. I cittadini europei devono reclamare un processo democratico, contro le influenze delle multinazionali. Ci saranno diverse votazioni al Parlamento Europeo prima del voto finale di quest’estate e speriamo che non solo Agorà Digitale ma tutte le forze politiche unite in questi giorni contro i bavagli alla Rete vogliano fare pressione sui nostri parlamentari europei
ACTA come SOPA dunque? Per l’Unione Europea assolutamente no e dopo le critiche arrivano infatti le spiegazioni [5] al perché dell’appoggio ad ACTA. L’Unione Europea spiega o meglio tenta di spiegare che ACTA non è SOPA e che non verrà cambiata nessuna legge europea e che non si attenterà alla libertà della rete. Ma verrà invece posta in essere comunque una legge che risponderà agli standard europei e che tenterà di arginare il mercato della pirateria che ogni anno costa oltre 8 milioni di euro in ricavi persi.
Spiegazioni che però probabilmente non hanno convinto il noto gruppo di pirati informatici Anonymous [6] che per protestare contro la decisione dell’Unione Europea ha attaccato il sito del Parlamento Europeo mandandolo fuori uso per ore.