Twitter ha annunciato un nuovo sistema di censura di contenuti. In Rete si è acceso un dibattito tra chi contesta la decisione del colosso americano e chi lo difende. Per capirne di più abbiamo intervistato Stefano Quintarelli esperto di nuove tecnologie e direttore dell'Area Digital del Gruppo 24 Ore.
Cosa cambia con le nuove regole di cui Twitter si doterà? Molti dicono che Twitter già censurava contenuti e il nuovo sistema permette di limitare gli effetti di questa censura?
Per quanto riguarda la censura che Twitter già faceva ad alcuni contenuti, bisognerebbe chiedere direttamente a loro ma penso sia impossibile avere informazioni precIse. Per quanto riguarda, invece, le nuove regole di cui Twitter si doterà, adesso il servizio sarà commercialmente disponibile anche in paesi dove c'è la censura, cosa che prima invece non era possibile. Quindi tutti potranno beneficiare di Twitter, basta che non dicano cose sgradite. Prima, le cose sgradite potevano anche essere dette in quanto bastava che la gente si dotasse di un sistema di proxy e riusciva a raggiungere Twitter. Una censura a livello di account, annunciata ora, in qualche modo, zittisce le voci più critiche. In altre parole, prima l’ostacolo si poteva aggirare, adesso se Twitter collabora con i governi autoritari ciò non è più possibile.
Come si conciliano i parametri politico-culturali dei diversi paesi in cui è presente Twitter con i diritti di libertà d’informaizione sanciti a livello internazionale?
Ci sono principi mondiali legati ai diritti di libertà d'informazione che non vengono declinati sempre in tutti i paesi. Fino ad ora Twitter era in qualche modo un servizio che, essendo basato negli Stati Uniti, estendeva i criteri americani al resto del mondo. Questo naturalmente era positivo se pensiamo a paesi che non difendevano gli stessi principi di libertà. In qualche modo Twitter ora si è piegata alle autorità locali e quindi viene meno a tali principi internazionali, con tutti i risvolti negativi che ne conseguono.
Quindi Twitter da una parte renderà pubbliche nel mondo le censure che opera, ma dall’altro potrà operare anche in quei paesi dove non c’è libertà d’informazione. A questo punto la domanda è: meglio che Twitter venga bloccato nei paesi autoritari, o che vi possa operare anche se censurando acluni contenuti?
Per me è sicuramente meglio che Twitter venga bloccato del tutto nei paesi autoritari, perchè in tal modo i dissidenti possono comunque usare Tor e le VPN per farsi sentire ugualmente. In pratica, se io sono "Abdul Kintallà" e dico che ci sono le torture in Cracovia, le autorità riferiscono a Twitter e io non scriverò più. In poche parole quello che scrivo viene cancellato prima che esca fuori dai confini del paese. Anche se io raggiungo Twitter con una Vpn, Twitter mi becca perchè io mi devo autenticare, quindi mi zittisce. Al contrario, invece, se Twitter non operasse in quel paese e io arrivassi a Twitter con una Vpn o un proxy potrei denunciare le cose che avvengono in Cracovia. Dal mio punto di vista sarebbe meglio che Twitter rinunciasse ad andare in quel paese.
Ritieni che Twitter debba fare un passo indietro, rivedendo la sua posizione. Se sì, come?
Twitter farà ciò che vuole, in quanto è un ente economico. Twitter è un'azienda e non un ente di beneficenza, quindi fa solamente il suo interesse. Fa bene a farlo. Gli azionisti, i fondi di investimento, i fondi pensione e quindi anche la mia pensione sono associati al fatto che Twitter deve fare soldi, fregandosene di queste cose. E' ovvio che sia così, quindi non dobbiamo "strombazzare" Twitter come paladino della democrazia, perchè non lo è, è un'azienda che è nel mondo e deve fare affari.
Quindi non credi che opinione pubblica e pressioni della società civile possano modificare questa politica?
Più che l'opinione pubblica io credo che il Dipartimento di Stato possa fare pressioni, quindi la signora Clinton. L'opinione pubblica non credo possa fare molto. L'unico modo di ottenere un risultato sarebbe quello di abbandonare Twitter in massa, ma questo è impossibile perchè il servizio di Twitter è un silos chiuso, non è un servizio interoperabile e quindi non accadrà mai. Sostanzialmente può fare quello che vuole. E' triste ma è così.
Fonte: http://www.agoradigitale.org/nuovo-sistema-di-censura-twitter-intervista-stefano-quintarelli [3]