da “il Corriere del Mezzogiorno”, 27-01-2012
Caro direttore, la sconcertante vicenda delle pre-regate della Vuitton cup a Bagnoli è giunta dopo mesi all’unica conclusione possibile: la colmata di Bagnoli è inquinata e pertanto non è la sede idonea per ospitare eventi di alcun tipo. Le Assise di Palazzo Marigliano, insieme ad altre associazioni e comitati, hanno, fin dallo scorso agosto, disperatamente provato a convincere l’amministrazione comunale di tale evidenza, proponendo anche siti alternativi, ma non sono state ascoltate.
È stato commesso un clamoroso errore, dovuto all’inspiegabile ignoranza di alcuni fatti notori, da parte del Comune, ma anche della Provincia e della Regione, unite nel sostenere la scelta di Bagnoli. E fatto notorio invero che la colmata, una piattaforma, costruita negli anni 60 con gli scarti di fabbrica è gravemente inquinata ed è, a sua volta, causa della contaminazione del tratto di mare antistante, inibito da anni alla balneazione. La permanenza della colmata, definita bomba ecologica da più di un ministro dell’Ambiente, è inoltre illegale, in quanto una legge, la 58 del 1996, ne impone la rimozione. Anche i livelli di inquinamento dell’area sono noti da anni: le concentrazioni di idrocarburi cancerogeni in alcuni punti superano anche di migliaia di volte i limiti stabiliti. Come potevano le Autorità competenti ignorare tali dati e destinare l’area a sede di un evento internazionale? Un simile errore in altri contesti ed in presenza di un’opinione pubblica più avvertita avrebbe comportato ben altre conseguenze. Da noi le Autorità in questione non si sono sentite neppure in dovere di fornire pubbliche scuse. Ora le Assise non possono non ribadire ancora una volta che cosa bisogna fare con urgenza per la salvezza dell’area. Innanzitutto rispettare la legge, oltre che il PRG, e tutelare la salute pubblica: pertanto rimuovere la colmata. Regione, Provincia e Comune pochi mesi fa si sono compattate ed hanno reperito decine di milioni di euro per le pre-regate di vela. Allo stesso modo le stesse istituzioni hanno ora il dovere di attivarsi per rimuovere la colmata. In secondo luogo la bonifica della fascia costiera: solo dopo la rimozione della colmata si potrà procedere alla bonifica dei fondali e degli arenili. Una bonifica eseguita prima dell’eliminazione della colmata, causa dell’inquinamento, si risolverebbe unicamente in uno spreco di soldi pubblici: gli idrocarburi cancerogeni, rilasciati dalla colmata, tornerebbero ben presto ad avvelenare il mare. Per quanto riguarda invece le aree interne ex industriali (è in corso un’indagine della magistratura sulla bonifica), bisogna attuare il PRG che prevede un grande parco verde. Infine l’imbarazzante questione Bagnolifutura, società di trasformazione urbana, costituita per la bonifica e la riqualificazione dell’area, che presenta, dopo dieci anni, da una parte i risultati che sono sotto gli occhi di tutti (basta affacciarsi dal belvedere di Capo Posillipo o percorrere il pontile nord, la famosa passeggiata a mare, per constatare il desolante degrado) e, dall’altra, dei bilanci, che, viceversa, non sono mai stati sotto gli occhi di tutti, in violazione delle più elementari regole di trasparenza dell’azione amministrativa. Trasparenza che è elemento fondante della democrazia e che obbliga chi è stato eletto per amministrare la città ad informare gli elettori di come viene speso il pubblico denaro dalle società a capitale interamente pubblico. L’amministrazione comunale, principale azionista, deve pertanto rendere pubblici i bilanci della Bagnolifutura dal 2002, anno della sua costituzione. Come può altrimenti l’opinione pubblica valutare se la decisone che è stata di recente presa dal Sindaco di mantenere in vita la società stessa rinnovando il Cda, invece di procedere al suo scioglimento, come da anni viene richiesto dalle Assise di Palazzo Marigliano, sia stata una decisone opportuna? Tale operazione di trasparenza, in mancanza della quale parlare di partecipazione democratica suona solo offensivo per gli elettori, è presupposto indispensabile perché si possa seriamente avviare con tempi certi il recupero di Bagnoli, che, per la straordinaria importanza del luogo, oggetto anche di vincolo paesistico, è questione d’interesse nazionale.
Giuseppe Cornelia, Giovan Battista de Medici, Francesco De Notaris, Francesco lannello, Antonio Marfella, Aldo Loris Rossi, Raffaele Raimondi
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