No smog, il mistero dell’aria pulita in città. Marfella: le centraline Arpac sono guaste, da “Il Mattino”, 25-01-2012
Siamo la terza città metropolitana d’Italia, con un record di ictus, infarti e cancro al polmone. Tutti mali legati anche all’inquinamento. Ma all’improvviso l’aria di Napoli, che nel 2006-2010 era più inquinata di quella di Milano, nel 2011 è diventata pulita come quella di Firenze. Un mistero su cui invito a far luce». È battagliero Antonio Marfella, tossicologo oncologo del Direttivo Isde medici per l’ambiente della Sezione di Napoli. Armato di tabelle e dei report Mal’aria di Legambiente, il medico segnala «i dati pesantemente contraddittori» relativi al 2011, chiedendo di far chiarezza sul problema, considerati «i rischi reali per la salute pubblica legati allo smog». La cattiva notizia, secondo Marfella, è che non è l’aria di Napoli a essere diventata più pulita, ma il monitoraggio a non essere attendibile, almeno per il 2011. «In città ci sono nove centraline gestite dalla agenzia regionale Arpac, secondo alcuni male ubicate, che a partire dal 2006 – ricorda all’Adnkronos Salute – hanno registrato dati progressivamente allarmanti, ma perfettamente in linea con quanto rilevato in termini di inquinamento del centro storico, non solo a causa di un traffico veicolare del tutto fuori controllo, ma anche delle maxi-navi costrette ad attraccare in pieno centro a motori accesi, in assenza di banchine adeguatamente elettrificate».
Risultato? Napoli ha registrato nel 2008 l’emissione «di ben 1549,77 tonnellate di pm10, per un valore totale complessivo superiore persino a Milano, con esplicita attribuzione ad altri trasporti (Porto) per una percentuale di ben il 38,44% del totale rispetto al trasporto su strada».
Un crollo che pone la città partenopea «allo stesso livello di Palermo (63) e Firenze (62), senza alcun significativo intervento, se si eccettua la Ztl che comunque – sottolinea – non può da sola avere determinato questa incredibile diminuzione, poichè come abbiamo visto il traffico veicolare incide a Napoli per non più del 30% del totale delle pm10 emesse. Insomma, anche se non circolasse a Napoli neanche un’automobile, la diminuzione degli sforamenti non può, matematicamente, ridursi tanto». «Come solitamente accade a Napoli – prosegue – alla menzogna si sommano poi il grottesco, il ridicolo e l’inverosimile: i 62 sforamenti sono ovviamente registrati dalla centralina peggiore. Sarà forse quella ubicata nella sede oggetto della maggiore concentrazione di trasporto veicolare o di attracco di navi a motori accesi? No: si tratta di quella nei pressi dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte. Insomma – sottolinea l’esperto – siamo la prima città metropolitana del mondo che ha localizzato il proprio Osservatorio astronomico nella zona più trafficata, inquinata e oscurata da polveri sottili della città», vicino al bosco di Capodimonte. «Ecco perchè – conclude Marfella – chiedo che venga fatta chiarezza. Perchè se le centraline sono in fase di sostituzione, non si possono raccogliere e usare acriticamente i dati per attestare l’improvvisa sparizione dello smog».
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