da www.uaar.it [3], 15-01-2012
Benedetto XVI ama dipingere chi non crede in Dio come nichilista e infelice. A smentirlo non è l’Uaar, ma lo studio “Exploring the atheist personality: well-being, awe, and magical thinking in atheists, Buddhists, and Christians”, pubblicato sulla rivista specializzata Mental Health, Religion & Culture e realizzato da Catherine L. Caldwell-Harris, Angela L. Wilson, Elizabeth LoTempio e Benjamin Beit-Hallahmi. Messi a confronto con cristiani e buddhisti, gli atei si sono rivelati simili ai credenti quanto a benessere ed empatia: logici, scettici e razionali, ma non certo cinici o senza gioia.
Un altro studio pubblicato sulla stessa rivista, realizzato da Luke William Galen e James D. Kloet, ha confermato tali risultati. Il benessere mentale dato da una forte credenza, già evidenziato da altre ricerche, è emerso anche in questa occasione, ma analoghi risultati li hanno mostrati gli atei. La relazione col benessere sarebbe infatti di tipo curvilineo: sono semmai gli indecisi a mostrare una condizione di ‘stress’.
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