Il 27 settembre 2011 presso l’Ufficio protocollo del Comune di Maddaloni fu presentata una petizione comunale dallo studente di Storia e studioso di cultura libertaria Domenico Letizia con ben 64 firme di cittadini Maddalonesi. L’iniziativa che se applicata prevede l’inventario e la contabilizzazione in bilancio di tutti i beni comunali di Maddaloni è una manovra economica politica sperimentale per la città. Non si è mai applicata a nessuna istituzione, ma viene prevista soltanto per le aziende attraverso l’articolo 2424 del codice civile. Maddaloni è stata scelta come sede di lancio per questa proposta sperimentale data la sua posizione particolare sia culturale che politica. La città è tutta un patrimonio storico non valorizzato e contemporaneamente è una città clientelare ove la politica da decenni non è la soluzione alle problematiche ma il problema. Il cancro di Maddaloni è proprio la sua classe politica. Nel 1896 Antonio Labriolascriveva che con l’evoluzione storica lo stato è divenuto una potenza economica in particolare “nella diretta proprietà del demanio”, la cellula istituzionale dello stato è rappresentata dai comuni. Il demanio comunale di Maddaloni è ricchissimo, ma il Comune, un po’come ovunque, non tratta questi beni come ricchezza quali sono, ma solo come oneri. Da questa idea è partita l’ipotesi di contabilizzazione sviluppata dall’avvocato libertario Fabio Massimo Nicosia, autore del volume “Il Dittatore Libertario”. Nicosia descrive l’idea di contabilizzazione proprio sulle pagine del suo libro. Dalle pagine del libro si ricavano soluzioni pratiche al concetto di massimizzazione della libertà senza scavalcare il benessere sociale, il concetto di “eguaglianza”. Il demanio pubblico è immenso dallo stato ai comuni, eppure continuamente si presenta lo stato come povero, giustificando politiche di tassazione incontrollata. Lo stato e molti comuni sono ricchissimi e fanno finta di non saperlo, si comportano come un miliardario con auto e case che guarda solo alle spese. La tendenza attuale dell’ordinamento giuridico va nella direzione di applicare allo stato i principi civilistici, da questo punto bisogna partire. Se tutti i beni di Maddaloni fossero iscritti a valore di mercato nel bilancio del comune questo andrebbe immediatamente all’attivo, finendo l’epoca della tassazione comunale. Questa sarebbe una sovranità pubblica che decide anche nelle scelte economiche di questi beni, tale modello oltre che portare una ventata di trasparenza alla situazione patrimoniale del comune consentirebbe anche di far un passo in avanti. Se la Costituzione Italianaattraverso l’articolo 1 ricorda ai cittadini che la sovranità appartiene al popolo, il demanio comunale appartiene ai cittadini di Maddaloni. La sovranità statuale sarebbe oggetto di una devolution a favore del singolo cittadino. Se il comune nel suo demanio è ricchissimo e questa ricchezza vista come onere è sottratta alla sovranità dei cittadini, solo con l’iscrizione in bilancio anche i cittadini diventano “ricchi”, essendo ognuno sovrano di una quota di questa ricchezza, ogni cittadino Maddalonese ha il diritto ad un reddito minimo di cittadinanza. La contabilizzazione permetterebbe anche di fermare le cosiddette“privatizzazioni da rapina” essendo già “privato” il patrimonio comunale nelle mani di ogni singolo cittadino della città. Domenico Letizia ricorda come tale contabilizzazione sia un esperimento sociale, economico e politico che potrebbe essere da esempio per ogni comune fino a giungere allo stato. Ricordiamo che soprattutto in tempi di crisi di simili proposte, bene o male, se ne è parlato, basti pensare allo scalpore del diffondersi della notizia (smentita dall’ambasciata finlandese alla quale stesso Nicosia si è rivolto) della pretesa dello stato finlandese di ottenere quale mezzo di garanzia per il concorso nel salvataggio finanziario dello stato greco una sorta di ipoteca sul Partenone. Più precisamente, sono circolate voci diplomatiche, riportate dalla stampa, secondo le quali la Grecia disporrebbe di beni per il valore complessivo di 300 miliardi di euro. La notizia, pur infondata, è stata accolta con sorrisini di sufficienza, e tuttavia, se fosse stata vera, avrebbe meritato ben altra accoglienza, trattandosi di una questione molto seria che coinvolge alcuni principi del diritto pubblico, che sono sempre stati considerati “indefettibili”. Proprio per questo Letizia, Fabio Massimo Nicosia, l’Associazione “Diritto e Mercato” con la collaborazione dei Radicali Casertani chiedono all’amministrazione comunale maddalonese di dar ascolto alla cittadinanza e alla petizione presentata e di stilare un inventario di tutti i beni di proprietà comunale, stabilendo per ognuno un’utilità sociale e il valore di mercato di estimo, con conseguente iscrizione in bilancio di questo valore.