di A.L. da “il Corriere del Mezzogiorno”, 11-12-2011
A metà ottobre, l’ex rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo era venuto a Napoli da neo presidente del Cnr, carica nella quale era stato nominato dalla ministra Gelmini. Ieri è tornato nella veste di neo ministro all’Istruzione e alla Ricerca del governo Monti, insieme con il sottosegretario Marco Rossi Doria, e ha incontrato il governatore Caldoro, accompagnato dagli assessori Miraglia e Trombetti, e il sindaco de Magistris, accompagnato dal vice-sindaco Sodano e dall’assessore Palmieri. Dopo gli incontri è stato lo stesso Profumo ad affermare di aver dato il via a una nuova stagione di «condivisione di politiche tra lo Stato e Comune e Regione. Perché — ha spiegato — in questo momento è necessario più che mai utilizzare un metodo cooperativo nei rapporti tra Stato e enti locali e non autorizzativo tra Stato e Regioni». Il ministro ha quindi annunciato «l’apertura di un tavolo tecnico di confronto con il ministero, i rappresentanti degli enti territoriali e anche i rappresentanti della Cassa depositi e prestiti e dell’università per avere una visione più articolata del sistema formazione che ci avvicini agli obiettivi di Horizon 2020». E cioè del programma europeo, appena presentato, che raccoglie in un unico piano tutti i fondi europei destinati alla ricerca e all’innovazione per un totale di 80 miliardi, quasi un terzo dei quali andrà a beneficio della sostenibilità climatica, dall’energia pulita alla mobilità sostenibile, all’azione per il clima all’agricoltura sostenibile.
Tornando ai problemi locali di più stretta attualità, su evidente sollecitazione di Rossi Doria, Profumo ha sottolineato la necessità di focalizzare l’attenzione sulla scuola e «in particolare sull’evasione scolastica che in Campania colpisce soprattutto le aree più povere dove infatti gli indici di evasione risultano i più alti». In questo senso è necessario «individuare percorsi di formazione professionale per i giovani che possano essere poi sfruttati direttamente nel mondo del lavoro. Molte aree hanno bisogno di progetti ad hoc che metteremo in atto intervenendo su due momenti: l’età pre scolare e il momento post scuola media, in cui, in particolare, si possono mettere in atto percorsi di formazione professionale». Il ministro ha poi rimarcato che «a Napoli Est c’è un grande progetto sull’università che può essere concluso in tempi brevi. Si dovrà partire da quello, stando attenti alla qualità perché diventi un centro di sviluppo e non un debito di gestione permanente». Il riferimento è ai lavori nell’area dell’ex Cirio per una nuova sede della Federico II che accolga parte di Ingegneria e Giurisprudenza. Il ministro è poi tornato sull’alleanza tra atenei, Cnr e aziende, tema che gli è particolarmente caro: «I campus universitari — ha detto — devono avere tre componenti fondamentali: la componente universitaria, quella degli enti di ricerca e quella dedicata allo sviluppo del territorio attraverso i distretti e le aziende. In questo modo le tre componenti condivideranno anche tutti quei servizi indispensabili e che così non devono essere moltiplicati. Mi auguro quindi — ha concluso — che si possa aprire un percorso di continuità tra enti ricerca, imprenditoria locale e 1′incentivazione alla nuova imprenditoria. Su questo tema Regione e ministero hanno anche individuato le linee di finanziamento di tipo Fesr e infrastrutturale europeo, impegnandosi a utilizzarli al meglio».
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