Diritto d'autore
Sabam c. Scarlet: a futura memoria Marco Scialdone [3]
"Ha fatto il giro della Rete e dei nostri quotidiani la sentenza con cui la Corte di Giustizia UE ha stabilito che la legislazione dell'Unione vieta al giudice di uno Stato Membro di ordinare a un fornitore di accesso a Internet di predisporre un sistema di filtraggio generalizzato per tutti i propri utenti e senza alcun limite temporale al fine di evitare gli scaricamenti illegali di file protetti dal diritto d'autore. Ciò determinerebbe, infatti, un insanabile contrasto, tra le altre cose, con l'articolo 15 della direttiva 2000/31 che esclude che una legislazione nazionale possa imporre ad un ISP un obbligo generale di sorveglianza sulle condotte degli utenti."
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Un copyright a misura di artista La Lettura Corriere della Sera pag. 7
"Serve coraggio per mettere in discussione la protezione a ogni costo del copyright. Una guerra alla condivisione illegale di musica e film che non giova certo agli utenti, la cui libertà di espressione è minacciata da leggi che stabiliscono la chiusura di siti amatoriali per il solo utilizzo di spezzoni di un video o di immagini protette (come le prime stesure della delibera Agcom in Italia e il Protect Ip Act negli Stati Uniti), e perfino la disconnessione da internet per i recidivi (come l'Hadopi in Francia). L'approccio colpisce contemporaneamente i provider, i fonitori del servizio, che si vorrebbero trasformati in sceriffi del web (pena finire responsabili per gli illeciti commessi dai loro utenti) e gli artisti, ai quali i diritti d'autore fruttano non più di 1000 euro al mese. Gli unici a beneficiarne sono l'industria dell'intrattenimento - incapace di interpretare i cambiamenti imposti dalla Rete - e i governi che la assecondano. Per questo è coraggiosa la presa di posizione di Neelie Kroes, Commissario europeo all'Agenda Digitale, ha espresso al forum di Avignone. <<Dobbiamo ritornare ai principi fondamentali e mettere l'artista al centro non solo della legge sul diritto d'autore, ma della nostra politica di cultura e crescita>>, ha affermato, auspicandosi la rottura di uno schema <<punitivo>> avversato anche da una decisione della Corte di Giustizia Europea di questi giorni."
Oltre al copyright c'è di più Guido Scorza [4]
"Il discorso illuminato di Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europea, pronunciato nei giorni scorsi al Forum di Avignone lo aveva lasciato intendere a chiare lettere: tra Bruxelles e Lussemburgo, in seno alle Istituzioni UE, qualcosa sta cambiando a proposito dell'approccio all'enforcement dei diritti d'autore. Guai a lasciarsi ossessionare dal copyright, aveva detto la Kroes, che aveva poi proseguito ammettendo, senza troppi giri di parole, che la politica dell'enforcement ad oltranza ed a caro prezzo dei diritti di proprietà intellettuale sin qui condotta ha prodotto risultati fallimentari: è costata molto e non ha risolto nulla. La Sentenza pronunciata ieri dalla Corte di Giustizia chiude ora il cerchio e conferma che in Europa c'è bisogno di ripensare radicalmente la questione della tutela dei diritti d'autore in chiave meno copyright-centrica."
Dati aperti e trasparenza
L'operazione trasparenza di OpenPolis nòva 24 pag. 49
"I dati raccolti dalla pubblica amministrazione sono stati generati con attività pagate dai contribuenti e quindi vanno pubblicati, purché questo non infranga privacy e proprietà intellettuale. E' il principio fondamentale proposto dalla Commissione europea che in settimana produrrà un documento contenente le linee guida che le pubbliche amministrazioni saranno chiamate a seguire in materia. Lo ha annunciato martedì scorso Lucilla Sioli, capo dell'unità di analisi economica e statistica della Direzione Generale Società dell'Informazione, al convegno di Palermo sull'agenda digitale organizzato dalla Commissione, dalla Presidenza del Consiglio, dalla Regione Sicilia e da Provincia e Comune di Palermo. Niente scuse. I dati pubblici devono essere pubblici e utilizzabili apertamente. Questo genera due conseguenze fondamentali: l'amministrazione della cosa pubblica diventa più trasparente e le associazioni di cittadini, le università, le imprese possono usare questa risorsa per sviluppare valore."
E-government
Pec, caselle business <<dormienti>> Corriere delle Comunicazioni pag. 1
"Sarà il 2012 il banco di prova per la Posta elettronica certificata. Dal 29 novembre le aziende sono obbligate a dotarsi di una casella certificata il cui indirizzo va comunicato al Registro Imprese. Un obbligo che, pur mettendo un altro importante tassello nel programma digitalizzazione, rischia però di non dare i risultati sperati in termini di innovazione. Colpa delle pubbliche amministrazioni che non sviluppano servizi ad hoc per le aziende, in grado di dare concretezza allo strumento. Ma anche colpa delle aziende che sottovalutano la potenzialità dello strumento stesso. Così la maggior parte delle caselle aziendali resta <<dormiente>>."
Privacy e trattamento dei dati personali
Pedinati da Facebook La Lettura Corriere della Sera pag. 7
"Una delle idee di maggior peso e pericolosamente sottovalutate uscite dalla Silicon Valley questo autunno è il frictionless sharing (letteralmente <<condivisione senza attrito>>). Così come è stata esposta in settembre dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, questa idea potrebbe cambiare radicalmente - e non in meglio - il modo in cui fruiamo della cultura su internet. Il principio alla base del frictionless sharing è subdolamente semplice e attraente: invece di chiedere agli utenti di rendere noti i loro prodotti preferiti - i film che guardano online, la musica che ascoltano, i libri e gli articoli che leggono - perché non registrare automaticamente tutte le loro preferenze, liberandoli in questo modo dal fastidio di doverle comunicare e permettendo agli amici di scoprire automaticamente altri contenuti interessanti? Se Zuckerberg otterrà quello che vuole, ogni singolo articolo che leggeremo o canzone che ascolteremo sarà condivisa costantemente con gli altri - senza dover più fare clic sugli appositi, fastidiosi pulsanti."
Diritto d'accesso
Ricetta digitale anti-crisi nòva 24 pag. 49
"L'economia europea si guida con il freno e l'acceleratore. E' puro buon senso: tagli alla spesa pubblica e nuove tasse non risanano i conti pubblici se non c'è crescita. E, nel quadro di una roadmap credibile che consenta alle imprese e ai cittadini di scommettere su un quadro di priorità relativamente certo, uno dei capitoli fondamentali è l'agenda digitale: perché è uno dei pochi settori nei quali i soldi investiti possono davvero moltiplicarsi. A partire dall'accesso a internet in banda larga. L'Europa mette in campo 9,2 miliardi di euro per aiutare gli stati membri a connettere tutti gli abitanti ad almeno 30 Mega entro il 2020 e a sviluppare nuovi servizi digitali. Neelie Kroes, commissaria europea all'Agenda Digitale, è convinta che nei prossimi 10 anni lo sviluppo della banda larga possa stimolare nuove attività produttive del valore di mille miliardi di euro e creare molti milioni di posti di lavoro: <<Un aumento della penetrazione della banda larga di 10 punti percentuali genera una maggiore crescita del Pil tra lo 0,9 e l'1,50%>>, dice Kroes."