
Comunicato stampa, 25 novembre 2011
“L’ennesima autorevole denuncia della grave situazione penitenziaria, fatta oggi dal Capo dello Stato, dovrebbe scuotere le coscienze dei politici che fino ad oggi nulla hanno fatto per risolvere le criticità e le problematiche delle carceri italiane.
Sarebbe colpevole se anche questo ennesimo richiamo venisse ignorato”. È quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria.
“Credo e ritengo sia giunta l’ora di passare davvero e finalmente dalla parole ai fatti: l’emergenza carceri è sotto gli occhi di tutti e servono strategie di intervento concrete. Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia l’Italia rispetto al resto dell’Europa e costringe i poliziotti penitenziari a gravose condizioni di lavoro.
Centrale è l’autorevole critica fatta al sistema penitenziario lo scorso luglio sempre dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva denunziato le condizioni della carceri anche nel discorso di fine anno. Napolitano sottolineò con forza come ciò era dovuto al peso gravemente negativo di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative, tra tendenziali depenalizzazione e depeninteziarizzazione e ciclica ripenalizzazione, con un crescente ricorso alla custodia cautelare, abnorme estensione della carcerazione preventiva.
Con un sovraffollamento di oltre 67mila detenuti in carceri che ne possono contenere a mala pena 43mila, accadono ogni giorno eventi critici come aggressioni, tentativi di suicidio, atti di autolesionismo. Ma quella autorevole denuncia cadde purtroppo nel vuoto. È ora che la classe politica rifletta seriamente sulle parole pronunciate anche oggi dal Capo dello Stato ed intervenga con urgenza per deflazionare il sistema carcere del Paese, che altrimenti rischia ogni giorno di più di implodere.
Il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensioni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Torniamo a sollecitare l’adozione di riforme strutturali, che depenalizzino i reati minori e potenzino maggiormente il ricorso all’area penale esterna, limitando la restrizione in carcere solo nei casi indispensabili e necessari”.
http://www.detenutoignoto.com/2011/11/giustizia-sappe-parlamento-non-continui.html
26 Novembre, 2011 - 12:22
Fonte: http://www.detenutoignoto.com/2011/11/giustizia-sappe-parlamento-non-continui.html [4]