Il Fatto Quotidiano
25/11/2011
Fabio Chiusi
"Niente filtri, siamo europei. Con una decisione che gli esperti non esitano a definire "storica", la Corte di Giustizia Ue ha stabilito infatti che la legislazione dell'Unione vieta al giudice nazionale di "ordinare a un fornitore di accesso a Internet di predisporre un sistema di filtraggio per prevenire gli scaricamenti illegali di file". Una simile ingiunzione, argomenta la Corte, "non rispetta il divieto", contenuto nella Direttiva sul commercio elettronico, "di imporre ai provider un obbligo di monitoraggio generalizzato" sui contenuti immessi dai suoi utenti. Né, prosegue il giudizio, rispetta la Carta europea dei diritti fondamentali. Che comanda un bilanciamento tra la protezione del copyright e la tutela delle libertà personali. La decisione è stata presa riguardo al caso che vede opposti dal 2004 il provider Scarlet e la SABAM, una sorta di Siae belga. Il Tribunale di Bruxelles aveva comandato a Scarlet di monitorare, per un tempo illimitato e a sue spese, il traffico in Rete di cui è responsabile e impedire qualunque condivisione di file illeciti tramite un apposito filtro. Il provider ha fatto ricorso, e ha vinto. "La Corte - afferma Marco Scialdone di Agorà Digitale - ricorda a tutti che esiste una potenziale contrapposizione tra copyright e libertà di espressione."
Fonte: http://www.agoradigitale.org/europa-vietati-filtri-alla-rete [3]